Si allungano i tempi di attesa per chi è costretto a controlli ed esami diagnostici indispensabili alla propria salute. Lo dicono i dati resi noti dal segretario regionale della Fials Confsal, Gianni Romano.
Nell'asl RmA per una mammografia bisogna attendere tra i 118 e i 162 giorni, 162 nella G, tra i 275 e i 334 nella F mentre a Frosinone si passa da 356 a 480 giorni. Per le ecografie dell'addome inferiore e della pelvi i tempi passano tra 170 e i 267 giorni nell'Asl Rm A; 160 nella C e D; 84 nella B, 177 nella Rm E, dai 170 ai 220 tra l'Asl Rm G e Frosinone. A Viterbo infine, per lo stesso esame, bisogna aspettare più di otto mesi. Numeri molto preoccupanti, a tal punto da spingere il consigliere regionale de La Destra e componente della commissione sanità alla Pisana, Roberto Buonasorte a chiedere «un'immediata convocazione della Commissione sanità per ascoltare in audizione i dirigenti della Fials».
Se una delle voci interne alla maggioranza suggerisce che, forse, qualcosa non va nel piano sanitario, non sono certo da meno i dubbi e le perplessità sull’efficacia del Piano Polverini che arrivano dall’opposizione. Giulia Rodano, consigliere di Italia dei Valori e vicepresidente della Commissione sanità della Regione Lazio chiede a gran voce aggiustamenti al piano di rientro e «lo sblocco delle assunzioni e il congelamento immediato dei tagli e delle chiusure decretate dal piano ospedaliero. Se questa è la deriva cui viene costretto il sistema – sottolinea Rodano è indispensabile uscire quanto prima dall'ossessione dell'azzeramento del disavanzo e ragionare invece sui bisogni dei cittadini, sulla praticabilità di una strategia di rientro sui costi basata solo sui tagli lineari, e soprattutto su una via alternativa in cui le esigenze di riduzione della spesa siano contemperate con la sopravvivenza del servizio sanitario regionale del Lazio». «Negli ultimi mesi fare un esame presso gli ambulatori della sanità pubblica è diventato praticamente impossibile – ha detto il consigliere del Pd, Enzo Foschi I sindacati denunciano questa situazione senza via d’uscita da mesi senza che vengano messi in campo provvedimenti atti a risolvere, o almeno a contenere, il problema. In realtà sembra che l’attuale Giunta abbia scelto deliberatamente di uccidere la sanità pubblica di questa Regione e, dopo aver tolto Pronto soccorso e ospedali – conclude Foschi taglia senza neppure dirlo, anche le prestazioni specialistiche».
Alessandra Mancini