Expo di Shanghai, la Exen cita in giudizio il sindaco Alemanno e il consigliere Orsi

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Orsi, Shanghai e quelle «rendicontazioni mancanti». Fu in occasione della vicenda del consigliere Pdl Orsi, accusato di «corruzione, riciclaggio, reimpiego di proventi frutto di reato e cessione di stupefacenti» e delegato del sindaco Alemanno al decoro e all’Expo cinese, che il nome della EXEN spa saltò fuori.  Allora il consigliere si difese affermando: «Shanghai, al Comune, non è costato praticamente niente. Il budget di un milione e mezzo è stato finanziato completamente dagli sponsor, privati e pubblici, tra i quali la Camera di Commercio». Risultò vero che la camera di Commercio aveva deliberato uno stanziamento di 600 mila euro, ma pare che  quei soldi non siano mai stati realmente sborsati. Anzi la stessa CCIA fece sapere a fine gennaio che Orsi non aveva mai portato le fatture delle spese sostenute.

La trasferta di Shanghai della delegazione romana è di ottobre dell'anno scorso, ma tutta la vicenda del finanziamento  e delle spese per l'Expo rimase un mistero. Ciò che risulta agli atti è che alla Exen SpA società con sede ai Parioli che spazia dalla progettazione agli affari immobiliari, fu affidato il ruolo di supporto tecnico per la manifestazione di Shangai. In effetti già nel dicembre dello scorso anno il consigliere Stampete del PD aveva chiesto chiarimenti sul perché dell'affidamento a questa società. Comunque sia, passava qualche mese e l’avvocato Massimo Dotto, in qualità di difensore di Vincenzo Bertucci, presidente dell'Exen spa, riteneva diffamatorie le notizie che avevano accostato la Exen alle vicende poco chiare con risvolti giudiziari che avevano riguardato Francesco Maria Orsi. La Exen, chiariva infatti l'avvocato, "pur operando da oltre 30 anni nel mondo per clienti pubblici e privati, non aveva mai lavorato per Roma Capitale, e tanto meno conosceva – prima di essere contattata dall’Ufficio del Comune per l’Expo di Shanghai tramite una associazione imprenditoriale – il Cons. Orsi." E aggiungeva: "Resta solo il fatto di aver operato correttamente e con successo e dover affrontare ora una causa ordinaria per il recupero dei costi e ritrovare il proprio nome in un articolo dove si parla di prostituzione, corruzione, riciclaggio e malefatte varie." Ma buon nome o meno, la Exen deve intanto recuperare le parcelle e le fatture emesse per il suo "supporto tecnico" all'Expo e quindi ha citato per danni il sindaco Alemanno ed il consigliere Orsi presso la seconda sezione civile del tribunale di Roma, giudice Bifani. Danni che comunque non pagheranno mai i due, ma il comune di Roma e quindi noi, ove naturalmente la Exen vincesse la causa.

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