Alemanno, rappresaglia contro Sant’Egidio

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Come si dice a Roma Alemanno ' se sta a ripijà' e così convoca tutti i fedelissimi, si fa per dire, assessori per una cena in località segreta: all'Hotel Majestic nella periferica e male illuminata via Veneto. Li rincuora, li incoraggia, li prepara all'armageddon finale contro Zingaretti nel 2013 senza ovviamente citare i sondaggi delle sue agenzie di palazzo che quotidianamente scrutano lo share del suo gradimento. Infatti i colorati grafici declinano sempre ed inesorabilmente verso il basso. Ma se il sindaco è così attento e delicato nell'evitare blocchi digestivi ai suoi assessori, non lo è altrettanto quando decide di punire chi gli ha mancato del dovuto rispetto e lo ha attaccato frontalmente. Dio perdona Alemanno no.

Così, questa volta decide di bastonare la fastidiosa ed inquieta Comunità di Sant'Egidio che recentemente ha osato criticarlo per la sua dissennata gestione della vicenda Rom. Studia che ti studia, decide così di levarsi da torno Mario Marazziti, attuale portavoce della Comunità di Sant'Egidio, sfilandogli la poltrona di membro del cda della Fondazione Musica per Roma, dove peraltro siedono tutti in rappresentanza di tutti. E siccome un cattolico per Alemanno vale l'altro decide di mettere al suo posto un esponente di Comunione e Liberazione, che è un pò come mettere assieme il diavolo e l'acqua santa. Non sembra tuttavia  che il presidente della Comunità abbia gran che gradito tutta la finezza dell'operazione. Anzi pare che non si sia limitato alle doglianze di circostanza, ma abbia metaforicamente preso per il collo l'improvvido sindaco ingiungendogli di rinunciare alla vana rappresaglia che potrebbe scatenare una guerra.

L'esito finale del confronto non è noto, forse ne sa qualcosa adì più il prof. Riccardi, ma certamente deve aver suscitato un certo fermento nel mondo cattolico e qualche inquietudine al vicariato, già preoccupato per il declino inesorabile del  sindaco usbergo della cristianità.  

gl 

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