Piccolo parapiglia durante la cerimonia di consegna dei primi appartamenti di via Giustiniano Imperatore. Mentre il sindaco di Roma Gianni Alemanno pronunciava il discorso di rito, un ragazzo, tale Walter, assegnatario di una casa e appartenente ad un comitato di inquilini , ha iniziato a contestare il sindaco. A pochi metri di distanza un altro gruppo di giovani fra cui una ragazza intestataria ed i soliti claqueurs del sindaco organizzati da 'er Popolo de Roma, si spellavano doverosamente le mani sotto l'esperta regia del loro capo, il noto Giuliano Castellino. Dopo qualche scambio di battute Walter ha battuto il volto contro uno schiaffo, forse appartenente al Castellino, che in quel momento si stava sbracciando per rianimare la piazza prostrata dal discorso di Alemanno.
«Siamo intervenuti dopo, per difendere la ragazza che era stata presa per il collo da il ragazzo colpito», ha spiegato con gli occhi bassi Castellino. Mentre Walter il giovane offeso lamentava di aver avuto 12 anni quando i palazzi erano stati sfollati. «Ho detto alla ragazza quanto era stata pagata per applaudire Alemanno e lei mi ha risposto 'chiedilo a tua madre': dopodiché tre persone mi hanno circondato e uno mi ha colpito», ha ricostruito il giovane. Ma cosa si attendeva il giovane Walter, comprensione solidarietà? Non scherziamo, grasso che cola se la ragazza non gli ha chiamato 'li morti sua'. Meno male che a dividere i due gruppi sono intervenuti gli uomini dello staff del sindaco, quelli tarchiati con i rayban ed uno strano rigonfiamento all'altezza dei fianchi forse dovuto alle frequenti condivisioni delle cene segrete del sindaco.
Nel frattempo sfoggiando tutto il suo charme, Alemanno dal palco ha tuonato: «Famola finita, non siamo qui pe' pijà voti, ma per inaugurare un palazzo». Ha ragione. Allora doveva evitare di attizzare 'er popolo de Roma' con la storia che si è già in campagna elettorale. Così ha confuso Castellino il quale sa bene che gli avversari, in campagna elettorale, vanno sempre trattati con 'mano leggera'. Un pò come i pugili suonati, costretti all'angolo, che quando suona il gong scattano dallo sgabello e si avventano al centro del ring barcollando a pugni chiusi. Lo stesso vale per Castellino quando sente la parola ELEZIONI.
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