Ancora una volta "er popolo de Roma", l'associazione nazional popolare fiancheggiatrice di Alemanno, non ci risparmia lo spettacolo di un indecoroso degrado urbano. Così nei giorni scorsi ha inondato la Capitale con migliaia di manifesti che annunciavano per domenica mattina lo storico incontro fra tal Castellino, che ci dicono leader incontestato dei clacqueurs di regime e Alemanno in carne e ossa. Val la pena ricordare che questa associazione, lautamente finanziata, è quella che tempo fa impestò la città con altre migliaia di manifesti dove il presidente della Provincia di Roma veniva accusato di voler piazzare una mega discarica vicino a piazza Navona o giù di lì.
Orbene, questi atleti del braccio teso nel saluto fascista in tutte la manifestazioni possibili e immaginabili della destra romana, questa volta, al teatro Anfitrione, hanno deciso di PENSARE, affrontando temi di natura istituzionale. Così proprio mentre sfilava il corteo casereccio per la celebrazione del Natale di Roma, hanno riunito le loro migliori menti giuridiche. Tutta gente sconosciuta, ma del calibro di Caponetti, Colica, Malcotti e Rocca perdare l'avvio allo smantellamento della Provincia, definito ente inutile.
L'evento ha assunto rilievo nazionale in considerazione della pensosa quanto pregnante presenza di Gianni Alemanno. Tanto che qualche commentatore politico, momentaneamente disoccupato, ha intravisto nell'iniziativa un modo per alzare il tiro contro il presidente della Provincia, possibile competitor di Gianni nel 2013. «Non potendo abrogare Nicola Zingaretti ha pensato il sindaco tanto vale abrogarne l'istituzione che presiede». Sin qui nulla di nuovo. I timori di Gianni per la persona di Nicola non sono un mistero, tanto che ormai, immerso prematuramente in campagna elettorale, nell'entourage del sindaco si è radicata l'opinione che è più utile sconfiggere l'avversario prima ancora di averlo affrontato. Secondo le nuove regole democratiche stilate dai grandi pensatori della destra romana, fra i quali Castellino, già "federale" dello sfortunato Storace nella campagna elettorale del 2008.
Certo, fatti i debiti scongiuri visti i precedenti del ducetto der Popolo de Roma, se Alemanno pretende di vincere affidandosi agli scalcagnati manipoli di questa gente non vediamo per lui un grande futuro. Ma se volessimo sottilizzare, non ci sembra che, con la sua adesione all'iniziativa di domenica, il sindaco abbia mantenuto quell'alto profilo istituzionale che gli avversari gli invidiano. Chi ci assicura infatti che la coppia Alemanno Castellino non proponga prossimamente anche di abrogare la Regione di Renata Polverini, in considerazione dei malcelati dissapori del sindaco con la presidente del Lazio?
Si potrebbe inoltre insinuare che il sindaco di Roma abrogherebbe anche la costituzione pur di restare in sella, soprattutto dopo gli esiti poco brillanti della sua triennale Amministrazione. C'è il rischio invece che gli elettori nel 2013 abroghino Alemanno liberando finalmente la città dell'invadenza der popolo de Roma e dei suoi insulsi manifesti.
G.L.