«Olimpia vattene»: così gridavano ieri le donne in corteo riunite nei comitati e nelle assemblee permanenti, giunte sotto la sede del consiglio regionale di via Cristoforo Colombo per consegnare le ottantamila firme contro la proposta di legge di riforma dei consultori presentata dal consigliere regionale Olimpia Tarzia. Decine di scatole colorate rappresentavano simbolicamente la consegna delle 80.000 firme raccolte in questi mesi.
«Questa proposta di legge ha un carattere prevalentemente ideologico – ha detto Francesca Koch, dell'assemblea permanente di donne – prevede che nei consultori entrino le associazioni private pro-life, una delle quali il movimento per la vita fu anche presieduta dalla Tarzia e contrariamente ai principi della legge di istituzioni dei consultori del 1976 che garantisce alla donna l'ascolto e il sostegno ma che poi lascia libertà di decisione sull'interruzione di gravidanza, questa riforma prevede l'istutuzione di un comitato bioetico, assolutamente esterno al servizio con la funzione di convincere la donna a non abortire».
Diversi comitati associazioni presenti al corteo tra cui: «Ludi», «le donne di Cgil e Uil», «I partiti della sinistra». «Le ottantamila firma sono soltanto l'inizio – ha detto Marina d'Ortensio di Sel – non abbiamo alcuna intenzione di farci scippare i diritti delle donne con tante battaglie». «Una proposta di legge, quella Tarzia, che rappresenta l'ennesimo attacco contro le fasce sociali più deboli e per privilegiare il servizio privati». Ha detto Barbara Samanti della Federazione della sinistra. «La riforma Tarzia è l'ennesimo attacco che la Polverini sferra contro i diritti sociali».