La legge 125 del 2008 del pacchetto sicurezza voluto dal governo Berlusconi, che aveva permesso ai sindaci di varare divieti anti-accattonaggio o anti-lucciole è stata bocciata oggi dalla Corte Costituzionale. Secondo la Consulta sono dunque illegittimi gli ampi poteri di ordinanza di cui hanno fatto uso i primi cittadini.
La questione era stata sollevata dinanzi alla Consulta dal Tar del Veneto. All’organo regionale si era infatti appellata l’associazione “Razzismo stop” contro l’ordinanza anti-accattonaggio del sindaco di Selvazzano Dentro.
E, con la sentenza n. 115 scritta da Gaetano Silvestri, i giudici costituzionali hanno ritenuto violati gli articoli 3, 23 e 97 della Costituzione riguardanti il principio di eguaglianza dei cittadini, la riserva di legge, il principio di legalità sostanziale in materia di sanzioni amministrative.
Secondo la Consulta “La Costituzione italiana, ispirata ai principi fondamentali della legalità e della democraticità, richiede che nessuna prestazione, personale o patrimoniale, possa essere imposta, se non in base alla legge” quindi “nel prevedere un potere di ordinanza dei sindaci, quali ufficiali del Governo, non limitato ai casi contingibili e urgenti”, il pacchetto sicurezza viola la riserva di legge relativa perché “non prevede una qualunque delimitazione della discrezionalità amministrativa in un ambito, quello della imposizione di comportamenti, che rientra nella generale sfera di libertà dei consociati. Questi ultimi sono tenuti, secondo un principio supremo dello Stato di diritto, a sottostare soltanto agli obblighi di fare, di non fare o di dare previsti in via generale dalla legge”.
Inoltre, secondo i giudici, l’assenza di una valida base legislativa nell’amplio potere di ordinanza conferito ai sindaci non solo incide negativamente sulla garanzia di imparzialità della pubblica amministrazione ma lede anche il principio di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge.