Lo avevano presentato in pompa magna il progetto di project financing per la riqualificazione di Castel Sant'Angelo. Un operazione alla grande che prevedeva la concessione ai privati della manutenzione dei giardini del castello in cambio dell'utilizzo delle strutture esistenti per attività di "adeguato valore culturale e ricreativo".
Giardini finalmente ordinati e presentabili in cambio di mostre, convegni, punti di ristoro. Una meraviglia insomma e attività, come assicurava l'assessore all'Ambiente Marco Visconti, di "altissimo livello", insomma roba a livello del Louxembourg di Parigi. Anzi, tanto per accelerare i tempi, veniva già indicata la data del bando, scadenza 8 giugno, per la concessione trentennale a 7 milioni di euro delle suddette strutture. Le dichiarazioni dell'assessore lasciavano prevedere una piena sintonia con il suo sindaco, se non fosse che poche ore dopo, come riportava ieri la stampa, in una nota congiunta (si badi bene) di Alemanno e il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro, senza del quale a Roma non si muove foglia quando si tratta di patrimonio artistico- culturale, si provvedeva, con inusitata solerzia, ad una vera e propria smentita, o quanto meno ad uno stop ai soliti sogni di 'grandeur' del nostro sindaco. Nella nota si citava la prossima convocazione di un tavolo tecnico con le soprintendenze comunale e nazionale per una "attenta analisi di tutti i profili di (quel) progetto di valorizzazione. Tanto che, gongolando per aver colto la contraddizione fra assessore e sindaco, i giornalisti potevano ben scrivere di una vera e propria "sconfessione". Visto poi che dalla nota si desumeva che le varie soprintendenze fossero state tenute completamente all'oscuro del progetto di valorizzazione di Castel Sant'Angelo annunciato poche ore prima. Sembra tuttavia poco credibile che il neo assessore Visconti, riconosciuto almeno per la sua serietà, abbia dimenticato di coinvolgere tutte le soprintendenze di questo mondo per portare avanti un progetto che riguarda un monumento storico noto in tutto il mondo. Così come sembra incredibile che l'assessore non abbia a suo tempo convocato la Conferenza dei Servizi e a questa abbia sottoposto un progetto quantomeno credibile.
Anzi, siamo certi che Visconti abbia provveduto a tutti i necessari adempimenti prima di lanciarsi in annunci che si stanno rivelando per lui e il sindaco un boomerang. Quindi se non si vuole tacciare l'assessore, e nell'ombra il sindaco, di sprovveduta frettolosità non resta che…pensar male, che come diceva Andreotti, non si sbaglia mai. Dell'invadenza politica nelle faccende romane del sottosegretario Giro abbiamo già accennato, ma meno noto è il contrasto, o meglio, i dissapori, che contrappongono permanentemente Giro ad Alemanno. Figuriamoci se su un affare di queste dimensioni, anche sotto il profilo finanziario, si poteva lasciar correre, affidando la palma del primato ad un 'semplice' assessore e ad un sindaco contestato. Sicuramente Visconti ha condiviso il progetto dall'inizio alla fine con il suo sindaco, ma ingenuamente non ha tenuto conto delle divisioni all'interno di questa maggioranza che da troppo tempo paralizzano la 'produttività' di tutta l'Amministrazione capitolina. Per cui anche Alemanno ha abbozzato alle pressioni di Giro rimettendo tutto in discussione. Ci mancherebbe anche la guerra con Giro!
Giuliano Longo