E' scaduto il 18 marzo l'avviso pubblico per la locazione di immobili da destinare ai centri di prima accoglienza per l'emergenza abitativa di Roma. Tanto per intenderci si tratta di quegli appartamenti destinati a famiglie di sfrattati, disagiati e disperati vari sul costo dei quali per il comune abbiamo già trattato, e non solo noi, in precedenti servizi giornalistici. Appartamenti di diverso taglio che finiscono per costare mediamente al comune attorno ai 1500 euro mese, il che ha sollevato lo sdegno del Corriere della Sera non molto avvezzo a trattare questioni di 'emarginazione'. Il fatto è che se ai proprietari degli immobili vanno mediamente fra i 900 e i 1000 euro mese, altri 500 sono destinati ai servizi di vigilanza, portierato ed assistenza sociale tout court, ad oggi gestiti con grandi difficoltà ed in ambienti tutt'altro che raccomandabili per i ben pensanti, dalle cooperative sociali. Il giro di soldi che sta dietro a questa 'emergenza abitativa' non è indifferente, anche se comporta un lavoro ingrato per gli operatori ed un rischio reale per i proprietari degli immobili che mettono a disposizione appartamenti difficilmente commerciabili in futuro, sia per la collocazione periferica, sia per le inevitabili devastazioni cui sono soggetti da perte di una utenza a dir poco turbolenta.
Il bando del Dipartimento Patrimonio e Casa del quale abbiamo accennato all'inizio riguarda l'offerta di interi complessi immobiliari che comprendano appartamenti di 35/45 metri quadri l'uno, dotati dei relativi arredi da destinare a residenza temporanea per singoli o nuclei famigliari disagiati e di extra comunitari in regola. Tutto in ordine quindi, anche perché i destinatari della gara che abbiano a disposizione interi complessi immobiliari destinati a tal fine sono in fondo sempre nello stesso giro. Eppure nel bando in oggetto una anomalia va pure registrata. Infatti i proprietari degli immobili generalmente pretendono che nel bando sia anche indicato l'affidamento dei servizi per la gestione degli immobili. Tanto per intenderci l'affidamento dei servizi alle cooperative sociali. Stranamente invece questa volta i servizi non vengono neppure citati.
E pensare che proprio qualche settimana fa questo giornale interveniva sull'affidamento di tali servizi ad alcune cooperative senza regolare bando di gara. Un affidamento temporaneo, ci fu risposto, di pochi mesi per motivi di improcrastinabile 'urgenza', non dettati a quanto pare da apocalittiche catastrofi delle quali non abbiamo avuto notizia, , nemmeno dalla Protezione Civile. Quella somma urgenza che dovrebbe ad esempio spingere il Governo a risolvere la disastrosa situazione di Lampedusa. Non mancò nemmeno la sdegnata reazione personale dell'assessore alla casa Alfredo Antoniozzi che si affrettò ad accusare il nostro giornale di essere pilotato da interessi politici di parte, ma non dimostrò dove la 'somma urgenza' fosse. In effetti l'anno scorso un bando per l'affidamento era stato emesso , ma per motivi sconosciuti non ebbe mai esito. Per parte sua il consigliere del PD Dario Nanni fece fuoco e fiamme chiedendo l'accesso agli atti per fare chiarezza su tutta la vicenda. Se lo stato dell'arte è questo non si comprende come gli immobiliaristi possano accede ad una gara che non garantisca contestualmente la gestione dei servizi per la tutela dei loro immobili, ma le vie del Signore sono infinite. Staremo a vedere, tocca solo aprire le buste presentate dai concorrenti alla gara.
Giuliano Longo