Gianni Alemanno ancora una volta sulle cronache cittadine e nazionali per quell’uso impudico del potere che in due anni, sulla falsariga dello spoiler system anglosassone l’ha portato, da Ama a Eur Spa fino alle stanze della rupe capitolina, a far occupare ogni buco disponibile da una folla di persone molto “fidate”.
Quando emersero le “chiacchiere” sulla parentopoli all’Ama e in Atac, Alemanno rispose alle accuse per nulla velate lanciate dalla stampa, che lui non si occupava di assunzioni. Ma siccome al Campidoglio si doveva evidentemente sentire tanto solo, dopo alcune decine di assunzioni mirate si ritrovò circondato da un’allegra “brigata” di vecchi amiconi. Già, perché come chiamare altrimenti quel nutrito gruppo di persone di cui si è attorniato il nostro Sindaco, richiamando in servizio attivo molti dei giovani virgulti con i quali si fece (e disfece a molti) le ossa e a cui ha dedicato qualche inchiesta anche il settimanale «L’Espresso».
Nomi noti di quell’area che un tempo si sarebbe definita “estremismo nero”, che rimandano a momenti bui della nostra storia più recente e oggi messi nei gangli vitali dell’organizzazione comunale. Tra questi il capo della segreteria di Gianni Alemanno da maggio 2008, Antonio Lucarelli, classe 1965, che nel 2000 fu portavoce romano di Forza Nuova, il movimento di estrema destra fondato nel ‘97 dall’ex Nar, Massimo Morsello e da Roberto Fiore, ex di Terza Posizione. Al suo fianco, Claudio Corbolotti, arrestato dopo gli scontri dell’Olimpico nel derby Lazio-Roma del 2004.
Ma perché tra i tanti “nobili esponenti” c’interessa proprio Antonio Lucarelli? Perché l’ex imprenditore, già consigliere del V municipio, che pare abbia messo le mani (e i piedi) nella questione dei Punti Verde di Roma, è ritornato in auge sulle cronache romane. Nel ’95, con i cugini Emiliano e Giampaolo da vita alla “Mondo Verde Sas”, società che nel dicembre 1996, all’approvazione della delibera sui Punti verdi qualità ottiene due terreni proprio in V municipio: a Torraccia in via Casale di San Basilio. Sono solo i primi di quella dozzina di aree denunciate in Procura a ottobre 2010 dal consigliere regionale Enzo Foschi (Pd), «riconducibili a parenti e amici d'area politica di Antonio Lucarelli». Ma sebbene la “Mondo Verde” lui l’avesse già lasciata da tempo in mano dei cugini e dell’amico (camerata) Silvio Fanella, personaggio chiave dell'inchiesta Telecom-Sparkle, ritenuto il cassiere di Gennaro Mokbel, ritroviamo il legame tra i due nell’ ultima rogna in ordine cronologico: la sanatoria dei capannoni della Ermini 90 Srl, in via Nomentana. Già, perché proprio in via Nomentana 1100, poche centinaia di metri prima del Gra uscendo da Roma, transitò anche sede legale della “Mondo Verde Sas”.
Nel ’91, a giugno, dense colonne di fumo e fiamme avvolsero quella specie di kasba che anni prima si era insediata su terreni di proprietà di Propaganda Fidae, la “cassaforte” del Vaticano. Terreni che da prima del Gra, arrivano fino oltre via di S. Alessandro (dov’è anche un centro congressi dell’Opus Dei) fino alla rotonda per Santa Lucia e alla Cesarina. Centinaia di ettari agricoli su cui è nata Torraccia e dove arriverà la metro B2, da Rebibbia a Casal Monastero. Quei capannoni, con i dubbi di molti abitanti della zona sulla legalità delle merci vendute, scomparvero con le fiamme. Ma rimase agli atti una richiesta di sanatoria e lì di fronte nacque la Ermini Srl (oggi Nuova Ermini Srl), di cui Antonio Lucarelli fu amministratore.
Oggi si riaccende la polemica sulla legalità, grazie al senatore Stefano Pedica (Idv), che insinua ci sia lo zampino di Lucarelli in una «richiesta di condono edilizio per dei capannoni commerciali che non esistono più, ma a suo tempo realizzati in violazione delle norme urbanistiche ed edilizie, in area con presenza di tombe romane». Una sanatoria per migliaia di metri cubi d’inesistente volumetria». Lucarelli risponde, attraverso l'ufficio stampa del Campidoglio, «che ha cessato ogni attività imprenditoriale nell'area in via Nomentana tra V e IV municipio sin dalla fine del 2007 e che quella richiesta è decaduta e i capannoni sono stati venduti». Ma nonostante le smentite, per il Corriere della Sera sarebbe ancora oggi amministratore unico della Ermini Srl e le pratiche per il condono ancora in piedi. Sul posto si vedono solo le tracce sul terreno di quello che fu forse il primo “mercato dell’affare” romano e tanta polvere bianca che forse ha coperto le poche verità.
Maurizio Ceccaioni