Ormai non passa giorno che l'opposizione capitolina invochi le dimissioni dell'amministratore delegato dell'Ama Franco Panzironi e l'azzeramento del consiglio di amministrazione della municipalizzata, a maggior ragione ora che la procura di Roma ha aperto un secondo fascicolo sulla cosiddetta Parentopoli capitolina per indagare su sospette assunzioni clientelari.
E stavolta non è detto che Panzironi venga mollato al suo destino dal sindaco Alemanno, non soltanto perché indagato ma anche a causa della fronda che il potente ad di Ama subisce all'interno del Pdl.
D'altra parte la pratica clientelare che negli ultimi anni la gestione amministrativa della destra ha assunto proporzioni ben superiori al limite fisiologico concesso all'invadenza della politica di ogni colore. Il caso più eclatante ha riguardato la parentopoli di Atac e, come preannunciato mesi prima da questo giornale, ha segnato la sorte del suo precedente ad Bertucci, sostituito dal dott. Basile, al quale va dato atto delle sue competenze manageriali e finanziarie e non è poco dati i tempi che corrono.
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