Trentuno delibere di giunta dall'inizio dell'anno che parlano per lo più di contenziosi e numerosi provvedimenti all'ordine del giorno senza ancora una risposta. Tra questi c'è l'approvazione del bilancio di previsione i cui termini sono già scaduti. Come nell'ottobre scorso, la maggioranza del Comune di Tivoli si arena di fronte ai conti economici. E ora si torna a parlare di crisi. Sono gli stessi esponenti della maggioranza a sollevare la polemica. In una "cronistoria politico amministrativa" redatta dal direttivo dell'Udc emergono tutti gli elementi della congiuntura politica. Le assenze agli ultimi Consigli comunali di alcuni consiglieri di maggioranza si sono riprodotte anche in giunta e nelle riunioni e sono sempre di più i vertici di partito a esprimersi in maniera contraria agli indirizzi del sindaco Gallotti. Alla necessità di "rimboccarsi le maniche" chiesta dal consigliere Tirrò ora si unisce il coro di Udc e lista Amore per Tivoli che fanno intravedere una prematura conclusione del mandato nel caso di un mancato accordo. «Se la volontà è quella di prendere la strada maestra della lealtà, dell'impegno, del rispetto e della coerenza è bene farlo subito – dice Ezio Fiorenzi coordinatore dell'Udc – altrimenti è inutile accanirsi politicamente sul nulla, per opportunamente rimettersi alla volontà degli elettori».
Sono "ufficialmente" cinque i tentativi fallitti dall'inizio dell'anno per la sottoscrizione di un'intesa all'interno della maggioranza. E tra i nodi non c'è solamente il bilancio di previsione. Le note ancor più dolenti riguardano infatti la "ristrutturazione della struttura amministrativa" da votare in giunta e gli "indirizzi sulle società partecipate", di competenza del Consiglio, due provvedimenti su cui ancora non emerge una posizione unitaria. Udc e Apt hanno espresso parere favorevole sull'azzeramento delle cariche amministrative e sulla rimozione degli "eventuali incarichi assunti per appartenenza partitica all'interno delle società partecipate". Ma il Popolo delle Libertà ha chiesto ulteriore tempo per valutare le proposte.
Più "tecnica" la questione del bilancio che doveva essere approvato in giunta lo scorso 11 marzo. Secondo la memoria presentata dalla conferenza dei dirigenti, esiste al 9 marzo uno «sbilancio di 7.500.000 euro». In pratica le entrate non bastano a coprire le uscite e il rimborso dei mutui. Un dato che ha sollevato proteste ieri dall'opposizione che chiede chiarezza sul documento in discussione. «Come avvenuto qualche mese fa, il sindaco è tenuto di nuovo sotto scacco da parte di alcuni rappresentanti di maggioranza – commenta Francesco Luciani, capogruppo del Pd in Consiglio. L'immobilismo della maggioranza sta mettendo in ginocchio l'economia del Comune. Un'Amministrazione che non è in grado di trovare risorse di gestione non ha più ragione di esistere. La crisi è ormai chiara – aggiunge Luciani – e sarebbe auspicabile una presa d'atto da parte del sindaco».
Oggi torna a riunirsi il Consiglio comunale ma solo per festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia. Per la crisi, tutto rimandato alla prossima settimana.
cs