Il 15 luglio dello scorso anno il consigliere del Pd Dario Nanni denunciava le stranezze di un prossimo acquisto immobiliare del Comune di Roma. Il dubbio sorgeva dal fatto che le tre palazzine messe in vendita dalla Consap e acquistate fra l'aprile e il giugno del 2005 rispettivamente dalla Farvem Real Estate per 15 milioni di euro, venissero nel luglio 2010 rivendute al Campidoglio per 50 milioni.
Tanto più che il Comune sino a quella data era affittuario di quegli stessi 178 appartamenti siti nelle tre palazzine, per far fronte all'emergenza abitativa di altrettante famiglie senza casa. Nanni e la stampa si soffermarono allora sulla congruità del prezzo d'acquisto e sulla personalità del vero venditore cui facevano capo le due società, quel Massimo Ferrero, detto 'viperetta', gestore di linee aeree, padrone del cinema Adriano e produttore cinematografico.
Com'era possibile che nell'arco di cinque anni le palazzine triplicassero di valore? Dall'assessore Antoniozzi, così sollecito a fornire e pubblicizzare le liste di affittopoli, non venne risposta alcuna. In fondo, come al solito, l'acquisto era giustificato da una emergenza casa. Comunque l'acquisto venne bloccato. Nel 2005 per i tre immobili di via Marcio Rutilio il Comune di Roma pagava rispettivamente 425.000, 142.000 e 299.000 euro annui. Canoni corrispondenti, euro più euro meno, alla rendita del 6% degli immobili stessi a suo tempo acquistati dalla Farvem di 'viperetta' per 15 milioni.
Ma proprio a questo punto qualcosa non torna perché subito dopo l'intervento di Nanni salta fuori che il Comune al posto dei canoni summenzionati stava pagando un affitto di 3 milioni di euro all'anno corrispondente al 6% sui 50 milioni della transazione mai andata in porto. Canone confermato da 'viperetta' a Repubblica il 17 luglio dello scorso anno. Com'è possibile che gli affitti siano passati in cinque anni dagli 866.000 euro all'epoca di Valtroni ai tre milioni dell'era Antoniozzi? I dubbi permangono.