Si è arrestata la caduta delle imprese romane ma non si rileva alcun segnale di ripresa. Questo il quadro emerso dall'indagine congiunturale semestrale condotta a gennaio dalla Cna (Confederazione nazionale artigianato) di Roma, col supporto scientifico del Cer (Centro Europa ricerche).
Spiega Lorenzo Tagliavanti, direttore Cna Roma: "Per molti anni Roma ha avuto performances migliori rispetto al resto del paese sia per quello che riguarda il Pil che l'occupazione. E fino ad oggi sicuramente le Pmi sono state realiste, ma anche ottimiste rispetto al futuro. Per la prima volta, invece, mentre si parla di crisi ormai finita, le imprese non vedono la strada della ripresa”.
“Ieri – ha proseguito Tagliavanti – è finita la due giorni degli Stati Generali di Roma Capitale, una importante occasione in cui si è parlato di una grande città, di grandi eventi, di grandi progetti, di grandi opere da realizzare da qui al 2020. Ma in tutto questo, la crisi dei piccoli dov'era?".
Netto il giudizio del segretario della Cgil Roma e Lazio, Claudio Di Berardino: "I dati confermano il grido di allarme che il Sindacato sta lanciando da tempo. Mi chiedo come mai davanti a tutto cio' le istituzioni non si pongano il problema di definire una strategia di uscita dalla crisi. L'impresa purtroppo in questo momento e' lasciata sola e spenti i riflettori sull'Eur si tornera' alla situazione normale fatta di crisi, di drammi, di mancate risposte".
Per Luigi Scardaone, segretario della Uil di Roma e del Lazio "l'aumento dei contenziosi dimostra che tanto l'impresa quanto il lavoratore stanno raschiando il fondo del barile. Purtroppo il 2011 sarà un anno drammatico per la nostra città".
Secondo Mario Bertone, segrerario della Cisl di Roma, "mai come ora lavoratori e imprese romane sono dalla stessa parte, esprimendo una critica nei confronti della politica che fa progetti, fa programmi, ma dimentica la preoccupante quotidianita'".