L’universo carcere non è solo emergenza detenuti. Con il dossier "il lavoro nelle carceri del Lazio" presentato oggi dalla Fp Cgil di Roma e Lazio viene messa a fuoco la realtà di chi lavora nelle carceri. Ne esce fuori un quadro sconfortante, che si affianca a quello ormai noto del sovraffollamento delle strutture.
Nel Lazio sono presenti 6398 detenuti in 14 strutture carcerarie, grandi e piccole, dislocate nei capoluoghi e non solo: in provincia vi sono le strutture di Civitavecchia, Velletri, Cassino e Paliano. Tutte unite dalla mancanza di personale, che in alcuni casi rende difficile la gestione delle strutture e la vita dei detenuti, in altri (come a Rieti) porta addirittura al sottoutilizzo del carcere stesso per mancanza di personale.
Normalmente le carceri del Lazio potrebbero ospitare solo 4461 persone: il sovraffollamento è quindi al 37% oltre la capienza effettiva degli istituti, spiega la Cgil con dati aggiornati al 15 febbraio. Da notare che il 46,13% dei detenuti è in attesa di giudizio. Se con queste premesse si va a vedere la situazione del personale lavoratore si scopre drammaticamente che mancano il 35% degli operatori all’interno degli istituti.
Solo per fare degli esempi gli assistenti sociali previsti nei penitenziari della nostra regione sarebbero 117: nella realtà operano in 66.Gli educatori, per parlare di un’altra categoria essenziale dovrebbero essere 105, ma si ritrovano a lavorare in appena 84 . Il "gran finale" è tutto per gli agenti di polizia penitenziaria, dove se la pianta organica ha previsto 4136operatori complessivi, e l’organico assegnato alle strutture laziali arriva a ben 4909, ad oggi sono solo 3531 gli agenti effettivamente in servizio nelle strutture del Lazio, con un deficit di almeno 605 uomini. (5web)