Che fine hanno fatto i nuovi vagoni per la Roma-Lido? A chiederselo ora non sono più solo i pendolari della tratta che collega il litorale alla Capitale, ma Procura e Carabinieri. I cittadini e i comitati in realtà da anni sottolineavano il mancato arrivo di mezzi moderni annunciati dal Comune e poi spariti nel nulla. Già si parla di "sprecopoli" all'interno di "parentopoli", perché il filone di inchiesta segue quello già aperto e coordinato dal procuratore aggiunto Albero Caperna e su cui stanno indagando i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma. Al vaglio dei pm ci sarebbero le spese effettuate per l'acquisto dei nuovi mezzi della metropolitana Roma-Lido, che non sarebbero mai stati utilizzati, e quei 43 milioni di appalti esterni di Atac.
Ma tutto è ancora avvolto dal mistero: dagli atti non trapela, infatti se si tratti di indagini relative ad appalti dell'era Veltroni o di commesse più recenti. L'unica certezza sono i disagi che subiscono i pendolari, massacrati da disservizi continui, treni sovraffollati e in ritardo, chiusura di tre stazioni causa lavori e navette spesso insufficienti. «Le indagini della magistratura arrivano dopo anni di segnalazioni degli stessi utenti, – tuona Giuseppe Sesa, consigliere Pd del XIII Municipio, che già in diverse occasioni aveva chiesto interventi e chiarimenti da parte dell'amministrazione di piazza della Stazione Vecchia – pendolari lasciati letteralmente a piedi da mezzi vecchi e inadeguati per una tratta, diventata ormai fondamentale per il bacino di utenza in costante crescita del nostro territorio.
Qui non si tratta più di "rincorrere" il modello della metro di Roma, ma di applicare standard minimi per una ferrovia di tale importanza. Si parla di abbattere i tempi di percorrenza, di accogliere le richieste dei cittadini come quelle relative alla frequenza, da abbassare almeno a cinque minuti soprattutto nelle ore di punta, di aumentare le partenze dallo snodo della stazione di Acilia e di incrementare il personale, visto che l'organico Cotral è costretto a doppi turni e straordinari per coprire le carenze di Metro-Atac».
Ultimo caso poi le sette Frecce del Mare, in manutenzione, come detto da Atac, ben dall'agosto del 2010, sul cui destino nulla è dato sapere. «Se il problema della scomparsa dei sette mezzi è la sicurezza, – sottolinea Sesa – se si è riscontrato un difetto strutturale, allora ci spieghino perché altre Frecce sono tornate ad operare sulla tratta. I cittadini meritano una spiegazione, non questo silenzio prolungato che porta solo a pensare il peggio».