La mobilitazione, al di là del feroce scontro politico in atto, è iniziata. Per questo pomeriggio alle 16, su iniziativa del sindaco di Frascati Stefano Di Tommaso e del collega di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, è stato organizzato un sit-in di protesta contro il Piano regionale di riordino sanitario varato pochi giorni fa dal governatore Polverini e che per il “San Sebastiano” di Frascati prevede, oltre al trasferimento di molti reparti, anche la chiusura del Pronto soccorso. Un punto sul quale le istituzioni cittadine e non solo non vogliono scendere a patti. Al sit-in che si terrà proprio di fronte all’ingresso del reparto urgenze del nosocomio frascatano, hanno già offerto la propria adesione i sindaci di Velletri, Fausto Servadio e Ciampino, Walter Perandini anche nei loro ruoli di coordinatori e responsabili delle conferenze dei sindaci castellani. Cardiologia, Ortopedia, Traumatologia e Psichiatria: questi i reparti che, in cambio di Otorinolaringoiatria e Endocrinologia da Marino e di Pneumatologia da Rocca Priora, il “San Sbastiano”, unitamente al Ps, perderà entro il 31 dicembre 2011. Uno scontro politico aspro quello in atto ai bassi livelli: una responsabilità più che condivisa tra i due schieramenti per un epilogo che graverà esclusivamente sulle teste dei cittadini del quadrante tuscolano. Responsabile appare un centrodestra che, dopo le ringhiose alzate di scudi in difesa e per il rilancio del “San Sebastiano” dei vari Gramazio, Luzzi e Boldrini, negli ultimi mesi ha letteralmente abdicato in attesa della “bomba” lanciata dalla Polverini. Responsabile appare un centrosinistra incapace di intendere e di contrastare quanto stava accadendo e rimanendo colpevolmente in balia degli eventi. Per avere una pur minima possibilità di mantenere operativo il Pronto soccorso, però, adesso bisognerà far fronte compatto almeno a livello cittadino e intercomunale. E i segnali di una possibile collaborazione ci sono. Ma, più di tutto, servirà la forza dei cittadini che sin dal sit-in di questo pomeriggio dovranno far sentire la propria voce.
Marco Caroni