Il problema dello smaltimento dei rifiuti della Capitale non si arresta, anzi si allunga come un’ombra nera fino ai paesi di provincia confinanti. A Riano (città a nord di Roma) i cittadini sono in allarme da quando, prima di questa estate, su diversi quotidiani è circolata la notizia che come sito alternativo alla discarica di Malagrotta (il più grande deposito rifiuti fuorilegge d\’Europa, ma in proroga da anni) si è scelta una cava dismessa in località Pian dell\’Olmo, nel territorio di Riano. Per scongiurare la realizzazione di una nuova discarica, che sarà corredata di inceneritore, gli abitanti, coadiuvati dall\’associazione "Non bruciamoci il futuro" da tempo attiva in campagne per la gestione sostenibile dei rifiuti, hanno organizzato per oggi alle 17.30, un convegno tecnico-scientifico nella sala consiliare del Comune. L\’ipotesi di costruire una discarica in quel comune è già supportata da un progetto depositato in Regione e da un’opzione su cave dismesse e terreni da parte di Manlio Cerroni (proprietario della discarica di Malagrotta) con il beneplacito di Alemanno che intende esportare i rifiuti di Roma in provincia, ma ha fin da subito incontrato il disaccordo dei residenti e dell\’Amministrazione comunale per diversi motivi. Da una parte l\’identità stessa del luogo scelto: secondo lo studio di impatto ambientale la cava è inidonea a divenire una discarica a causa della conformazione idrologia del territorio e le ridotte dimensioni del sito accolgono solo una quantità di rifiuti urbani pari a un anno. Dall\’altra parte per la modalità di raccolta: la distruzione o il sotterramento indistinto dell\’immondizia rappresenta un notevole danno irreversibile all\’ambiente e alla salute pubblica. La riunione decisa per oggi intende dare strumenti ai cittadini per partecipare attivamente e proporre una politica dei rifiuti alternativa che possa essere presa in considerazione dalle forze politiche. La raccolta differenziata porta a porta, infatti, è una soluzione auspicata da abitanti e Amministrazione che verrà presentata al convegno come "arma" da usare per impedire la realizzazione della discarica.
Elena Amadori