La Corte d\’Appello di Roma ha confermato la sentenza di primo grado: Antonio Pizzigallo è stato dichiarato decaduto dalla carica di sindaco di Anguillara per incompatibilità. Il ricorso, promosso dai consiglieri di centrosinistra, si basava sul presupposto che il Pizzigallo non potesse ricoprire la carica avendo una causa con il Comune. La storia nasce durante il precedente mandato dell\’ormai ex sindaco, durante il quale lo stesso aveva costituito una società per far acquistare dal Comune lo stabilimento dell\’Acqua Claudia. Con una delibera di consiglio si fece nominare presidente della società. Successivamente alla scadenza del mandato di Sindaco (giugno 2004) ha continuato a rivestire tale carica, pur non essendo più sindaco, e in questa veste si è costituito in giudizio in una causa per responsabilità intentata dall\’amministrazione Minnucci. Infatti nel frattempo l\’Acqua Claudia non è stata più comprata dal Comune per divergenze sul prezzo e per il defilarsi dei soci privati, e la San Pellegrino, proprietaria dell\’azienda, ha promosso un arbitrato per inadempimento contro la società creata da Pizzigallo, chiedendo un risarcimento danni che il collegio arbitrale ha quantificato in 2 milioni e mezzo. Se confermate dal tribunale di Bologna (sede presso cui si svolge la causa) queste cifre dovranno essere in larga parte risarcite dal Comune, ossia dai cittadini di Anguillara.
Il ricorso, preannunciato dal centro sinistra prima della presentazione delle candidature alle scorse elezioni comunali del 2009, dichiara il capogruppo del centrosinistra Antonio Di Gioia “è stato animato non dal desiderio di sovvertire il responso delle urne, ma dalla volontà di esigere il rispetto della legge e di evidenziare agli occhi della cittadinanza i comportamenti disinvolti del sindaco e le gravi conseguenze che le sue azioni potrebbero causare alla collettività. La democrazia non si esaurisce nel voto, e si fonda sul rispetto della legge da parte di tutti”.
A. P