I jeans alla cocaina vanno di moda. Poteva utilizzare questa fantasiosa giustificazione, il corriere della droga finito ieri nella rete della Guardia di Finanza dell’aeroporto di Fiumicino. Non sembra avere limiti infatti l’ingegno dei narcotrafficanti che, questa volta, per riuscire a fare entrare le sostanze stupefacenti dal Sudamerica in Europa, hanno sciolto la sostanza narcotica in vari capi di abbigliamento, attraverso un procedimento chimico. Il fantasioso espediente utilizzato per nascondere la preziosa merce, non ha però ingannato l’olfatto dei cani antidroga in servizio presso il Leonardo Da Vinci, che hanno prontamente segnalato la presenza della cocaina ai loro addestratori. A trasportare il carico era un cittadino spagnolo, L.T.F., di 50 anni, arrestato poi per traffico internazionale di stupefacenti. Le Fiamme Gialle, aprendo le quattro valigie, hanno infatti constatato che magliette, jeans e slip risultavano imbevute di cocaina liquida. Alle prime domande dei finanzieri, tese a conoscere il motivo per cui i capi di abbigliamento sembravano unte, il passeggero si è giustificato asserendo che gli indumenti erano stati messi in valigia bagnati, a causa di un improvviso temporale prima della partenza. Gli abiti sarebbero finiti in una raffineria clandestina, dove attraverso particolati procedimenti chimici sarebbe stato effettuato il processo inverso: la cocaina così ottenuta, circa 30 chili, era destinata ad alimentare il mercato del centro Italia e avrebbe fruttato alle organizzazioni criminali circa due milioni di euro. Le operazioni sono state effettuate con la collaborazione di personale dello Svad dell’Agenzia delle Dogane. Per il corriere si sono già aperte le porte del carcere di Civitavecchia, dove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Valeria Costantini