Ieri ad Albano Laziale è finita un\’era. Dieci anni di governo ininterrotto di centrodestra che ha visto protagonista Marco Mattei, sindaco ma soprattutto leader di una coalizione costruita e poi demolita, rimessa insieme pezzo dopo pezzo, plasmata come un volto, il suo, e poi sul finale crollata sotto i colpi del tempo, prim\’ancora che dell\’insoddisfazione dei cittadini, consumata dalla sazietà del potere, svuotata di fantasia politica e stanca, lontana anni luce dall\’immagine audace e vincente che all\’inizio degli anni "0", appena venuta al mondo, era riuscita a dare di sé. L\’era Mattei s\’è conclusa a dispetto delle aspirazioni di Marco Silvestroni, eterno delfino annegato nel mare profondo della volontà popolare.
Albano avrà presto un nuovo sindaco. Si chiama Nicola Marini, professione farmacista, per anni consigliere comunale Pd, divenuto punto di sintesi di una coalizione ampia e articolata nelle posizioni, che percorre per intero l\’arco che dall\’Udc porta alla sinistra antagonista. A lui, domenica e lunedì, i cittadini hanno affidato un consenso di oltre il 51% salvandolo dalle tenebre del ballottaggio. A lui hanno consegnato la vittoria contro Silvestroni, fermo al 46,3%. Merito della valanga di voti piovutigli addosso dalle sezioni di Albano centro, dove ha ottenuto quasi il 29% staccando lo sfidante di nove punti e mezzo; ma soprattutto merito della tenuta delle frazioni, Pavona e Cecchina, dove Silvestroni doveva sfondare e che invece hanno regalato a Marini l\’ingresso a Palazzo Savelli. «Ringrazio la gente che ha scelto di cambiare», ha commentato pochi minuti dopo la chiusura dei seggi, «voglio tornare ad aprire il Comune ai cittadini, rendermi disponibile con le persone».
chp