Ricattata, minacciata, violentata moralmente dal’ex fidanzato e dal branco. Era pronto a tutto, S.M., 22enne di Tivoli per continuare a tormentare quella che ad oggi è la sua ex fidanzatina. Dopo le calunnie e le riprese intime col telefonino aveva addirittura pensato di “pagare” i suoi “complici” per farle saltare in aria la casa con una bomba molotov costruita artigianalmente. Una brutta storia avvenuta tra la scuola e nei luoghi di ritrovo dei giovani della città tiburtina. Vittima per un anno delle angherie del gruppo S., 18 anni, una brava studentessa, dice chi la conosce. La ragazza che vive con la famiglia ad Agosta, ha frequentato le superiori fino all’estate scorsa, quando si è diplomata, a Tivoli. E’ proprio lì che ha conosciuto S.M., il primo amore, lui proveniente dalla Tivoli “bene” figlio unico, forse un po’ viziato. Non ha idea S., quando inizia la storia che la sua vita da lì a breve si sarebbe trasformata in un incubo. Le indagini della polizia sono scattate l’estate scorsa quando il giovane si è presentato negli uffici del Commissariato per denunciare l’aggressione a colpi di coltello ai suoi danni, da parte del padre e del fratello della ragazza. Ha con sé anche il referto dell’ospedale che testimonia alcune ferite all’addome. E’ quando i familiari della giovane vengono convocati nella sede di via D’Acquisto che gli agenti cominciano a sospettare che qualcosa nel racconto del 22enne non va. Da lì sono scattati gli accertamenti, lunghi ed articolati e che hanno portato l’otto marzo scorso all’arresto di S.M., con l’accusa di stalking, calunnia, furto aggravato, cessione di sostanze stupefacenti, fabbricazione e possesso di materiale esplodente e violenza privata. Il ragazzo, incensurato è adesso sottoposto alla misura dei domiciliari continua a negare tutto, anche se i suoi complici , in tutto otto, hanno quasi tutti confessato come per un anno hanno reso impossibile la vita ad una studentessa loro coetanea, alcuni sono addirittura suoi compagni di scuola pagati dal 22enne per “tormentarla”. Una volta, hanno raccontato agli agenti, le hanno nascosto della droga nello zaino e poi segnalato il fatto alle forze dell’ordine, poi, le ingiurie di ogni tipo contro di lei scritte sui muri della scuola erano all’ordine del giorno, qualcuno è stato pagato anche per rubarle il telefonino per controllare gli sms. Il peggio è arrivato quando il fidanzatino si è anche rivolto ad un giornale locale per raccontare della aggressione subita dai suoi familiari. Così da essere riconosciuta ed additata da tutto il paese. Ricattata, per via di alcune riprese in atteggiamenti intimi, che il 22enne minacciava di diffondere su “You Tube”, S., era totalmente in balìa del suo “aguzzino”.Per un anno si è tenuta tutto dentro senza riuscire a confidarsi con nessuno. Poi il silenzio e l’omertà sono caduti, la 18enne ha prima raccontato cosa le stava accadendo ad alcune compagne che a loro volta l’anno convinta a rivolgersi allo psicologo della scuola. Di lì a poco anche i genitori hanno scoperto tutto. Nel corso delle indagini degli agenti del commissariato tiburtino è venuto fuori anche della bomba artigianale che il giovane voleva fare utilizzare dietro il pagamento di 3.500 euro, per incendiarle la casa, ma diverso altro materiale, a cominciare dalle riprese video, sono tuttora al vaglio degli inquirenti. Adesso S., è seguita dal personale del centro antiviolenza “Le Lune” di Guidonia, è pure grazie alla loro assistenza che la ragazza ha deciso di fornire ulteriori particolari agli investigatori. Per lei, che nel corso della storia ha dovuto fare i conti con una gravidanza , la ripresa è ancora lunga e difficile anche se è uscita finalmente dall’incubo.
Adriana Aniballi