Tivoli, al Pacifici non ci sono i soldi neanche per pagare le supplenze

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 Non ci sono i soldi per pagare le supplenze. “Un disagio che va avanti da febbraio e quindi quando ci si assenta gli alunni vengono smistati, anche per diverse ore, in altre classi”, dice il corpo docente dell’Istituto Pacifici di Tivoli, che denuncia  tutta una lista di problemi “seri “.  “Ci siamo riuniti in assemblea, proposta dalle Rsu dell’istituto – spiegano gli insegnati  – da sempre convinti che la scuola sia un bene comune, che appartiene a tutti, su cui far convergere gli interessi di tutta la comunità, segnaliamo in modo consapevole e preoccupato, le criticità già evidenti, scaturite dai pesanti vincoli di una manovra finanziaria, condotta in modo unilaterale e pervicace, che vede sacrificare alla logica del risparmio, le ragioni stesse della scuola pubblica. Per quanto riguarda la realtà del nostro istituto sentiamo la necessità di mantenere alto e forte il livello di serietà e consapevolezza della nostra offerta formativa, ma è sempre più chiaro che servirebbe a monte un diverso segno delle politiche scolastiche, che sacrificano in modo irragionevole l’eccellenza della scuola, secondo la logica dei tagli indiscriminati”. Un servizio reso meno efficace dai tagli, segnalano gli insegnanti che spiegano anche come con lo smistamento dei ragazzi nelle altre classi sopravvenga un “impoverimento” del servizio reso agli allievi.  “Caos e disturbo nelle aule e nei corridoi – i disagi segnalati – difficoltà nella gestione delle ore di lezione, con la presenza di alunni di più classi, imbarazzo reciproco dei ragazzi e relativo abbassamento di attenzione e concentrazione, disturbo nello svolgimento delle verifiche e dei compiti in classe, elemento di stanchezza nell’ascoltare programmi e discipline non di propria competenza e relativo disturbo delle lezioni, una sofferenza dei docenti alla presenza di alcuni allievi non sempre gestibili e infine mancato rispetto della legge 626, che riguarda la sicurezza degli allievi in una classe stipata all’inverosimile (con relative seggiole aggiunte), nei laboratori informatici, nelle aule speciali ed in palestra”. Da qui la necessità di proporre soluzione e chiedere interventi.  “Per questo – ribadiscono gli insegnanti del Pacifici –  desideriamo una più ampia condivisione col territorio, per continuare a garantire una forte qualità dei percorsi formativi e quindi auspichiamo di informare i genitori attraverso i loro rappresentanti di classe, o con una assemblea, della attuale situazione scolastica, condividere eventuali strategie organizzative, per fronteggiare la contingenza presente e futura, creare una rete fra le realtà scolastiche territoriali, rendere partecipi tutti i cittadini dello stato di sofferenza che vive la scuola tutta, elaborare strategie di protesta e coinvolgere le organizzazioni sindacali a vari livelli (provinciale, regionale e nazionale)”.



Adriana Aniballi


 

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