Dieci ore di presidio pacifico in discarica dove ieri nessun camion ha conferito rifiuti di qual genere. Si tratta della prima manifestazione ufficiale di questo 2010. Le altre, non autorizzate, avevano infatti avuto ripercussioni punitive sugli stipendi dei poveri lavoratori che in questi mesi hanno fatto sentire la propria voce per via degli ammanchi di cassa. A distanza di due mesi dall’ultimo allarme, il problema rimane così lo stesso: i Comuni non pagano le rette. Anche lo stipendio di febbraio, dopo quello di dicembre e gennaio è così a rischio e così sarà fino alla fine dell’anno se non si concorda una virata per la sopravvivenza dell’azienda. E come sempre, sotto l’occhio del ciclone, finiscono le istituzioni a cominciare dal Ministero che ancora non dà il suo nulla osta per l’avvio del bando, per finire ai Comuni super indebitati.
«Siamo alla paralisi totale – spiega il delegato della Uil Remo Cioce – Ci preoccupa la scarsa informazione ma soprattutto l’indifferenza di alcuni Comuni che hanno milioni di debiti con la società e che già si sono messi alla ricerca di un nuovo partner. E’ ora di capire – aggiunge Cioce – che cosa vogliono farne i Comuni di questa società. Non è possibile rimanere con un piede dentro e l’altro fuori perché in mezzo c’è il futuro dei lavoratori.» Ogni decisione è stata rinviata a domani mattina dopo la riunione prevista tra il commissario Lolli e i Comuni aderenti al contratto. Nel frattempo i sindacati hanno già avanzato una richiesta per l’indizione di un secondo sciopero che non potrà però tenersi prima di dieci giorni. Ma tutto potrebbe cambiare dopo l’atteso incontro di domani.