“Churrasco”, è questo il nome della carne alla brace tipica dell’argentina, che il comando provinciale della Guardia di Finanza dell\’aeroporto di Fiumicino ha ripreso per denominare un’operazione antidroga iniziata lo scorso dicembre al Da Vinci e conclusasi ieri mattina, con un bilancio di otto ordinanze di custodia cautelare, di cui sei in carcere. A firmare gli atti di restrizione di libertà il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di piazzale Clodio, Romina Incutti, su richiesta del pubblico ministero Leonardo Frisani. Secondo quanto è stato possibile ricostruire dalle fiamme gialle l’organizzazione malavitosa aveva la sua base operativa ad Ardea. Qui, a tenerla in piedi, era una coppia di brasiliani, un uomo e una donna, che già in passato avevano cercato di portare in Italia ingenti quantitativi di cocaina. La "coca" veniva occultata nelle confezioni di carne brasiliana, a sua volta nascosta nelle valigie. I finanzieri aveva puntato l\’attenzione sui due perchè dichiaravano redditi quasi nulli, ma possedevano ville lussuose e auto di grossa cilindrata. Così, consapevoli delle "cure" dei militari e per eludere i controlli del Da Vinci, i carichi di droga, stoccati a San Paolo del Brasile, sono stati di volta in volta inviati su altri aeroporti italiani ed internazionali. Ciò nonostante i militari, grazie al supporto della polizia svizzera, sono riusciti a sequestrare allo scalo di Lugano 8 chili di cocaina, riconducibile ai traffici della banda e che sarebbe dovuta pssare per Ardea quanto prima. Due persone romane, D.P. e P.S., rispettivamente di 47 e 39 anni, pronte a noleggiare un\’auto per recarsi verso la cittadina rutula, sono state immediatamente arrestate. Era passata da Malpensa, invece, C.M., romana di 53 anni, che aveva preso il treno a Milano per arrivare alla stazione Termini, dopo un viaggio intercontinentale tra San Paolo e Lisbona. Lei, a Termini, è stata trovata con quattro chili di coca. L\’aspetto più singolare della vicenda riguarda però i "consulenti" della banda, coloro ai quali i narcotrafficanti si rivolgevano per chiedere consiglio sul proseguimento o meno dell’attività. I brasiliani di Ardea, per capire se potevano proseguire con i loro traffici, invocavano ed interrogavano gli spiriti dei morti. Grazie a carte e tarocchi, gli spiriti dell’oltretomba davano poi l’ok a proseguire. Con il blitz di ieri, i finanzieri hanno smantellato l’intera organizzazione malavitosa, che dovrà rispondere alla magistratura del reato di traffico internazionale di stupefacenti. La polvere bianca avrebbe fruttato, secondo gli inquirenti, oltre sette milioni di euro di incassi.
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