Pomezia, blitz Gdf scopre 50mln euro evasione fiscale

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Maxi blitz della Guardia di Finanza a Pomezia: un sistema di false fatturazioni, che attraverso la creazione di 86 società fittizie intestate a barboni, anziani e perfino a 2 persone decedute, ha consentito a un\’organizzazione criminale un\’evasione fiscale di 50 milioni mancato versamento di contributi previdenziali ed assistenziali per oltre un milione di euro dovuto all’uso di manodopera in nero. A scoprirlo, dopo circa 3 anni di indagini con un\’operazione denominata "dirty papers", le fiamme gialle sul litorale romano. Tre le persone arrestate: sulle loro teste pende il reato di  associazione a delinquere e truffa. Sessantaquattro le denunce in totale, di cui 6 per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e 58 per reati tributari. Tutto è partito a seguito di una normale verifica fiscale che venne effettuata a una società che commercializzava materiale edilizio. L’azienda era gestita da M.W., italiano di 40 anni, residente a Pomezia. L’uomo aveva avuto precedenti specifici proprio per reati del genere. Secondo quanto appurato dagli investigatori, la pista losca nasce a seguito del rinvenimento di una valigetta contenente decine di timbri, tutti falsi, relativi a ditte e società utilizzate dal sodalizio per i loro illeciti fini. Il gruppo acquisiva società in dissesto, con l’obiettivo di avere credibilità e fiducia nel mercato, dava l’incarico di amministratore a “teste di legno”, indicava sedi fittizie, inviava

comunicazioni alla camera di commercio di unità locali e sedi principali inesistenti, necessarie per ottenere delle visure camerali “credibili” da produrre ai terzi truffati. Poi, il gruppo criminoso

attivava, attraverso la creazione di codici fiscali e documenti di riconoscimento falsi, utenze telefoniche di comodo con le quali contattare clienti e fornitori. In questo modo, emettevano fatture per operazioni inesistenti attestando false transazioni commerciali, denunciando costi inesistenti in evasione di Iva ed Imposte Dirette. Gli “007” delle fiamme gialle hanno scoperto che tra le società vi era uno scambio di fatture per dimostrare la parità o l’attivo di bilancio. A capo di tutto questo disegno, insieme a M.W., sarebbero stati la sua segretaria, S.L., 35 anni, il commercialista, S.M., 56 anni di Pomezia, Q.G., 51 anni, e altre persone che hanno assunto i ruoli di ‘prestanome’ delle società. Altri tre, gli arresti: C.C. 41 anni, D.C.A., 37 anni, e P.G.C., 40 anni.

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