Lazio, Pirozzi: «Riorganizzazione Ufficio Europa non risolve problema utilizzo fondi UE, Regione in affanno»

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«La riorganizzazione dell’Ufficio Europa della Regione Lazio approvata con DGR 561/2019 e presentata ieri alla Pisana, non risolve affatto i problemi dei fondi comunitari, anzi sembra essere finalizzata unicamente all’assunzione di risorse esterne ed alla formazione di quelle interne alla Regione, utilizzando i fondi europei previsti per la formazione del personale dei Comuni, nell’ottica di una politica clientelare che usa i fondi europei per esclusive finalità di bottega».
Lo dichiara in una nota Sergio Pirozzi, Presidente della XII Commissione (Tutela del territorio, erosione costiera, emergenze e grandi rischi, protezione civile, ricostruzione) del Consiglio Regionale del Lazio.

«La situazione della spesa delle risorse europee nella Regione Lazio -prosegue Pirozzi- è in grave affanno, basti pensare che per la programmazione 2014-2020, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale ha speso appena di 15% dei 969 milioni disponibili, ovvero circa 146 milioni in totale.
Per il Fondo Sociale Europeo la situazione è addirittura peggiore in quanto la spesa certificata a Bruxelles ammonta al 14,63% dei 902,5 milioni (pari a circa 132 milioni).
Tale performance colloca la Regione Lazio agli ultimi posti nella classifica redatta per le Regioni “più sviluppate”.
Spesso si scarica la colpa sugli Uffici Comunali e gli Uffici pubblici in generale, sostenendo che essi non hanno risorse umane formate per accedere ai bandi, tuttavia la Commissione europea ha messo a disposizione della Regione Lazio, sul Fondo Sociale Europeo, ben 15 milioni di euro per costruire la “capacità amministrativa” dei Comuni ma la spesa di queste risorse strategiche ad oggi ammonta ad un ridicolo 3,9 % pari ad appena 600 mila euro».
«Sul piano della prevenzione sismica -conclude Pirozzi- nonostante il tremendo terremoto del 2016, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale ha speso uno scandaloso 7,9% ovvero la deludente cifra di 11 milioni€.
Siamo al termine della programmazione 2014-2020. Quanta formazione e sostegno ai Comuni avremmo potuto garantire se solo avessimo speso la metà dei fondi dedicati ovvero almeno 7 milioni? E soprattutto quanta ulteriore spesa sarebbe stata prodotta? Sicuramente l’effetto sarebbe stato di diverse centinaia di milioni di euro.
Quanti ponti, quanti ospedali, quante strade avremmo messo in sicurezza se, anche in questo caso, avessimo speso almeno la metà delle risorse pari a 73 milioni?».

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