Cinque al Rome Film Fest: Mystify, il docufilm sulla rockstar Michael Hutcenche degli INXS

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Mystify è il docufilm di Richard Lowenstein presentato alla 14° edizione del Festival del Cinema di Roma sulla vita di Michael Hutchence, l’acclamata rock star a cavallo fra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso a capo della storica band degli INXS, nata in Australia e che ha rapidamente conquistato platee di giovani in tutto il mondo.

La biografia è stata realizzata attingendo all’immenso archivio di immagini e film privati dello stesso Michael, dei suoi amici e delle sue fidanzate. Nato nel 1960 e morto suicida in una camera di albergo a Londra nel 1997,  è la storia di un personaggio irrequieto, complesso e per molti tratti ancora infantile, ma che arriva rapidamente al successo internazionale con la sua rock band grazie alla sua bellezza quasi sensuale e al suo modo di porsi al pubblico senza la finzione dello spettacolo.

La sua straordinaria voce ci accompagna per tutto il docufilm con le immagini delle folle oceaniche di giovani che l’hanno seguito in tutto il modo, ma sono le immagini private che danno l’idea di questo ragazzo che è cresciuto per la musica nella ricerca puntigliosa di nuove forme espressive.

Instabile nei rapporti affettivi, condizionato da una famiglia che lo vede seguire ancora bambino la madre negli Usa separandosi dal fratello, che cadrà nel circolo vizioso della droga e la sorella che lo accudisce nella sua infanzia, recupera il rapporto con il padre elegante e brillante businessman solo negli anni ’90.

Condivide la sua vita più intima con tre “fidanzate” brillanti e affascinanti sino all’ultima, che gli darà una figlia, “Tiger”, che gli verrà sottratta insieme agli altri due figli della madre dal suo primo marito quando verrà scoperto dell’oppio nel suo appartamento londinese.

Ma il suo tracollo psichico avviene qualche anno prima a Copenhaghen a seguito di una colluttazione apparentemente banale, batterà la testa riportando lesioni cerebrali che lui tenterà di nascondere sino all’ultimo. 

A questo punto la sua vita di onori e successi si trasformerà in un dramma non solo perché perderà l’olfatto, ma subirà una mutazione nel suo equilibrio mentale e in qualche modo la perdita del senso di sè.

Assalito dalla stampa scandalistica per la vicenda dell’oppio, stretto fra i suoi ormai evidenti limiti di produzione artistica e relazionali, finirà per chiudersi nell’isolamento che lo porterà al suicidio.

Il docufilm Mystify non è un semplice collage di suoni e immagini, ma un amalgama di sensazioni, ricordi, dove il volto di Michael appare sul finire dolente e confuso, ma sempre percorso da una indecifrabile inquietudine interiore per tutta la durata di questa sua geniale biografia.

Giuliano Longo 

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