Sistema Buzzi-Carminati, per il pg della Cassazione “è mafia”

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E’ da qualificare come un’associazione di stampo mafioso, “con caratteristiche che rientrano perfettamente nel paradigma normativo previsto dal 416 bis del codice penale”, il sodalizio criminoso capeggiato dall’ex esponente dei Nar Massimo Carminati e dall’allora responsabile della cooperativa ’29 Giugno’ Salvatore Buzzi. Lo ha sottolineato il pg della Cassazione Luigi Birritteri che ha elogiato “la bonta’ della struttura motivazionale” della sentenza dei giudici della corte d’appello di Roma che, contrariamente al colleghi di primo grado, hanno riconosciuto il 416 bis e l’aggravante del metodo mafioso.

Il pg, che ha chiesto la conferma dell’associazione mafiosa, per 16 dei 17 imputati (annullamento con rinvio solo per Roberto Lacopo e riqualificazione in diritto della condotta di Franco Panzironi come partecipazione al sodalizio), ha evidenziato gli errori in punto di diritto della sentenza di primo grado nella parte in cui non ha saputo motivare l’esistenza di due distinte associazioni per delinquere semplici, una facente capo a Carminati e l’altra a Buzzi. “Bene hanno fatto i giudici di secondo grado – ha aggiunto Birritteri – quando hanno indicato in una certa data il momento fondativo e il movente di un unico sodalizio criminoso” che ha di fatto sancito la fusione di due gruppi:
quello di Corso Francia che “commetteva reati di strada e che era riconducibile a Carminati e ai suoi sodali” e quello di via Pomona “che faceva reati di palazzo ed era da riferire a Buzzi e ai suoi collaboratori”. A segnare l’unione di questi due gruppi, “piu’ violento il primo e piu’ ancillare il secondo”, le difficolta’ di Buzzi legate al passaggio da un’amministrazione comunale di sinistra a una di destra e l’esigenza di Carminati di ampliare i propri affari

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