Zingaretti lancia la sfida: un campo progressista che includa i 5Stelle contro la destra

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Nicola Zingaretti al parlamentino del Pd,  alla presenza anche dei ministri Roberto Gualtieri, Francesco Boccia, Paola De Micheli, Giuseppe Provenzano e del sottosegretario Martella, ha lanciato con chiarezza la sua svolta, ovvero quello di un campo progressista plurale che comprenda il M5S. 

Quindi non solo  una semplice alleanza di governo, “perché questa non si mette in piedi in 48 ore”, ma  un nuovo centrosinistra che includa al suo interno Pd e M5S. Con i democratici a fungere da baricentro dell’alleanza e con la prospettiva di una riforma elettorale in senso maggioritario.

“Bisogna prendere atto – ha detto – che queste due forze insieme rappresentano il 40 per cento dell’elettorato italiano”, ma questa somma di voti non può essere solo in funzione anti-Salvini perché “non si può governare insieme avendo come unico motivo quello di resistere, essere contro Salvini e le sue idee” Secondo Zingaretti, “non abbiamo altra scelta che cercare un rapporto strategico con i 5 Stelle, candidandoci a governare l’Italia anche per i prossimi anni. Sennò che abbiamo fatto a fare questo governo? Solo per consegnare l’Italia a Salvini senza l’aumento dell’Iva?”. 

Il  percorso sarà graduale e occorrerà “verificare se nell’azione dei prossimi mesi riusciamo a superare diffidenze, pregiudizi, conflittualità distruttive in un avanzamento generale basato su una sintesi più avanzata”, ma occorrerà un passo ulteriore per allargare i confini del campo progressista con l’obiettivo di sconfiggere la destra alle elezioni politiche.

Per quanto riguarda la legge elettorale dopo il taglio dei parlamentari,  Zingaretti sostiene che “bisogna evitare il ritorno al proporzionale puro o con soglie basse”. E invece “bisogna chiedersi quale tipo di maggioritario sia possibile realizzare dentro questo Parlamento”.

Poi ha affrontato il tema della  riforma del partito che sta elaborando Maurizio Martina, presidente della Commissione Statuto. Martina affronta concetti già noti quali quella di un partito “plurale e aperto, fatto di persone e alternativo ai partiti personale”. Con una piattaforma online, che sarà a disposizione della base, che, sul modello della piattaforma Rousseau, potrà dibattere, proporre, sentirsi più vicino al partito. 

Ma la vera novità della proposta di Martina è il superamento dell’automatismo segretario/premier che aiuterà il Pd  quando si siederà al tavolo con gli alleati. 

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