Capena, lotta dura senza paura per salvare la sezione Pd dal sequestro

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Viene in mente il vecchio caro slogan degli anni belli: “lotta dura, senza paura”. Ma è esattamente quello che vogliono fare gli iscritti al Pd della zona Tiberina per resistere al sequestro della sezione di Capena perchè non è stato pagato il mutuo ipotecario posto dalla Federazione di Tivoli a cui era stata ceduta ad insaputa degli iscritti.
Sotto accusa i dirigenti che hanno governato la Federazione di Tivoli degli anni 2000 fino al suo scioglimento. Li accusano di un inganno che indigna: aver ipotecato il loro immobile acquistato con il contributo ed i sacrifici di tutti e non aver pagato le rate del mutuo contratto non solo sulla sezione di Capena ma anche su quelle di S. Vito Romano, Castelmadama e Gallicano. Operando alle loro spalle. Del crack finanziario che risale a oltre dieci anni fa non hanno informato nessuno degli interessati. Così oggi quelle mura sono in mano ad un avvocato nominato dalla banca creditrice e che punta a mettere all’asta i beni pignorati così come prevede la legge. L’iter è concluso e dunque tra tre giorni, giovedì 17 ottobre, il Custode giudiziario si presenterà davanti all’uscio delle quattro sedi storiche per cambiare la serrature e chiudere luoghi dove per 30/40 anni hanno fatto politica, litigato, sognato, gioito , discusso centinaia di persone di ogni generazione e fino ad oggi. A meno che il contatto avviato dal segretario Provinciale Pd, con il liquidatore non riesca a ottenere un rinvio vista anche la disponibilità a riacquistare gli immobili. Il brutto di questa vicenda è che chi sa tace. Chi non ha mantenuto gli impegni e speso i soldi delle banche  è ancora un dirigente, ieri dei Ds oggi del Pd. Per gli iscritti, i militanti, i simpatizzanti quelle due stanze in via IV Novembre sono un bene comune, dal valore non quantificabile ed al quale non vogliono rinunciare.
Su facebook appena si è sparsa la notizia è si è formato l’uragano dell’indignazione che oggi alle 18 ha preso forma presso la sezione Pd di Fiano Romano dove è stata convocata una riunione di tutti gli interessati soprattutto per capire la genesi di questa brutta storia. Una seconda assemblea è convocata nella sezione di Capena per mercoledì sera, mentre giovedì in attesa del custode giudiziario la sezione sarà presidiata dalla notte da molti di coloro che hanno aderito alla sottoscrizione, ma anche da figli e nipoti. “Non puo finire cosi – dicono Barbara Scarafoni iscritta di Capena e assesore al lavori pubblici coadiuvata da Elvira Tomassetti che partecipò alla sottoscrizione per l’acquisto nei primi anni ‘80 -. Noi siamo pronti a ricomprarla per rispetto della nostra memoria, ma vogliamo sapere i nomi di chi ha fatto un disastro del genere, e dei vigliacchi che non hanno avuto il coraggio di informarci di ciò che stava accadendo. Ci sentiamo ingannati e siamo infuriati come chi  subisce una grande ingiustizia e andremo fino in fondo”.
Luca Benigni

 

 

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