Dalla indagine sulla qualità della vita e dei servizi a Roma emerge una capitale in decadenza

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Se ci fosse stato ancora bisogno di una conferma del disastroso stato dei servizi pubblici della Capitale sarebbe stato sufficiente  partecipare alla conferenza stampa di questa mattina in Campidoglio per la  presentazione della XII indagine sulla qualità della vita e dei servizi nella nostra città. 

Uno studio periodico d’opinione con criteri scientifici che ha confermato il senso comune ormai diffuso di una Roma se non allo sbando quasi, con una qualità della vita che in ogni municipio è  ben sotto la sufficienza mentre solo il 18% dei cittadini vede un futuro migliore .

E’ vero che in generale il giudizio medio dei cittadini, che non raggiunge la sufficienza dal 2014, ma questa volta scende ulteriormente al  5,3 del 2019 laddove  ad abbassare la media sono soprattutto i voti attribuiti al trasporto pubblico di superficie (4,1 per autobus e tram, mentre nel 2018 era 4,4) e alla raccolta rifiuti e pulizia delle strade, che incassano rispettivamente un disastroso 2,7 e 2,8, quasi un punto in meno rispetto allo scorso anno (3,8 e 3,5). Il voto più basso in assoluto, 2,5, è stato attribuito dai residenti del I Municipio alla pulizia delle strade e da quelli del XIV alla raccolta dei rifiuti. 

Le principali criticità, secondo i fruitori abituali, riguardano la qualità dei servizi per il 44,3% e l’accessibilità per il 15%, seguite da costo e sicurezza, mentre circa il 27% dichiara di non riscontrarne alcuna. 

Ma quello che conta nel diffuso pessimismo è che tutti i 18 servizi pubblici considerati risultano in flessione, tranne uno, quello  sull’acqua potabile  che è in ripresa con un voto di 7,8 rispetto a 7,5 del 2018, ed è il più alto di tutti. 

A registrare una sufficienza al pelo a sono 9 servizi su 18: dopo quello idrico seguono i servizi culturali, tutti al di sopra del 6 ma con un calo di valutazione di circa mezzo voto ciascuno, alcuni servizi sociali (tranne quelli municipali, per i quali i cittadini hanno espresso un voto di 5,5) e, 

nel campo della mobilità spiccano i taxi, che risultano appena sufficienti (6,0). 

A parte la sosta a pagamento, che rimane stabile seppure con un andamento tendenziale insufficiente (4,8 nel 2019, 5 nel 2018), tutto il comparto del trasporto pubblico risulta in evidente flessione ed è la metropolitana a subire il più marcato peggioramento, a causa dei continui disservizi alle strutture di supporto e della chiusura di alcune stazioni centrali della linea A, con il voto che scende a 5,0 da 5,8 dello scorso anno. 

Tra i servizi  registra un andamento decrescente anche l’illuminazione pubblica, che per la prima volta scende al di sotto della sufficienza con 5,8 (era 6,1 nel 2018). 

Il gradimento per la qualità della vita relativamente alla propria zona di residenza quest’anno si attesta a 5,46 rispetto al 5,3 del 2018. 

Secondo una lettura territoriale più dettagliata, le valutazioni migliori sono state espresse nel III Municipio e nella zona del litorale, corrispondente al X Municipio, mentre il voto più basso è stato registrato in centro, nel I Municipio. 

Il quadrante est della città è il più penalizzato: qui si registrano, infatti, tutti i voti al di sotto della media come il 5,6 del V Municipio, ma va male anche nel XV dove il voto medio si ferma a 5,15. Fra i cittadini più insoddisfatti secondo una lettura socio-anagrafica gli anziani e i pensionati, seguiti dalle donne e dalle casalinghe. 

Un trend che conferma la progressiva decadenza di questa Capitale come, in soldoni, risulta dalla recente ricerca collettiva pilotata da sociologo Domenico De Masi “Roma 2030” che per i prossimi 10 anni prevede mutazioni economiche e sociali che difficilmente porteranno Roma ai livelli di altre capitali almeno europee. 

Con un aumento delle diseguaglianze sociali e una città sempre meno accogliente e solidale, produttiva e all’avanguardia nei processi tecnologici. Un contesto Urbano che continuerà a dipendere  dai fondi pubblici ed una classe politica senza una vision e un progetto per il futuro.

Una fotografia confermata da questa indagine che non lascia grandi speranze per un futuro a medio termine a meno che non si abbia il coraggio di scelte radicali anche sgradite all’elettorato.

Giuliano Longo

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