Il teatro di Cinque: Recensione di Opening Night di Cyril Teste da John Cassavetes

0

Molti di noi ricorderanno La sera della prima (Opening Night) – Un film di John Cassavetes con Gena Rowlands; un film che, come dice il Merenghetti (dizionario dei film 1993),  “riscrive con originalità il tema della finzione dentro la finzione. Uno dei film più riusciti e accessibili del regista…”

E’ un’opera scritta su misura per un’attrice, nel film Gena Rowlands, e qui Isabelle Adjani, che racconta la storia di  Myrtle , un’attrice cinquantenne che è colpita dalla morte di un’ammiratrice avvenuta sotto i suoi occhi per un incidente. Questo fatto la mette davanti alla sua  vita che sfugge, ed ha una crisi. Ma c’è il debutto del suo spettacolo teatrale, The show must go on, e lei  saprà reagire e andare in scena coprendo con una veletta il suo volto disfatto.

Lo spettacolo ideato da Cyril Teste fondatore del Collectif MxM, gruppo di artisti e tecnici, utilizza la sua  attenzione al rapporto tra regia e attore ma anche quello tra immagine e nuove tecnologie per mettere insieme uno spettacolo che rappresenta ogni sera una ‘notte della prima’. Sulla scena gli attori ogni sera riscrivono il testo confrontandosi con la regia, vivendo i personaggi sulla loro pelle, reagendo con il pubblico che viene inserito nella scena attraverso l’uso di una cinepresa che rimanda sullo schermo al centro della scena visi, emozioni, stupore, meraviglia, dolore e mettendo insieme  attori e pubblico. Insieme di primi piani che dialogano tra di loro, con la scena che è dappertutto. Non ci sono punti morti, dovunque l’attore vada è seguito e non può nascondersi. Il dialogo con la platea è continuo, le scene sono ripetute affinché ognuno riesca a viverle come sue e ad arricchirle di vissuto. Il regista passa da un attore all’altro stimolando, incoraggiando, perseguitando finché il vissuto dell’attore e del personaggio si fondono.

Non si sa quanto del copione ci sia e quanto venga riscritto ogni volta.

Ci sono frasi che colpiscono come ‘quando Myrtle dice che fa l’attrice per assicurarsi che almeno una donna in fondo alla sala si renda conto che esiste qualcuno che condivide davvero la sua solitudine, oppure scene come la  bellissime della cinepresa che con un gioco di specchi riporta sullo schermo principale l’attrice che si riflette nello specchio che al posto della sua immagine fa vedere  la ragazza morta.

Tecnologia, bravura degli attori, diversi piani di lettura, partecipazione continua dello spettatore allo spunto registico. Se queste sono le nuove frontiere del teatro l’esperimento è perfettamente riuscito.

 

 

Anna Maria Felici

 

Regista

Cyril Teste

Attori

Isabelle Adjani, Morgan Lloyd Sicard, Frédéric Pierrot e la partecipazione di Zoé Adjani

È SUCCESSO OGGI...