Monterotondo, in manette noto pregiudicato: membro della famiglia Cordaro. Era latitante

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Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Roma e del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria domenica scorsa hanno arrestato, a Monterotondo, Valentino Iuliano, classe 1990, pregiudicato, membro della nota famiglia Cordaro, importante clan insistente sul territorio criminale di Tor Bella Monaca, sgominato nel luglio del 2016, con l’Operazione R9, che aveva portato all’esecuzione di 37 misure cautelari emesse dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale D.D.A. presso la Procura della Repubblica, per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, violazione della normativa sulle armi, riciclaggio, ricettazione, truffa ai danni dello stato, falso, omicidio e tentato omicidio.
A fine maggio dell’anno in corso, Iuliano, ristretto in custodia cautelare proprio per i provvedimenti custodiali suddetti, si era reso latitante a seguito di una errata dimissione dal carcere di Tolmezzo, avvenuta dopo la sua assoluzione in altro procedimento penale per il quale era stata disposta dal giudice l’immediata liberazione: appresa la notizia della sua scarcerazione era stato poco tempo dopo dichiarato lo stato di latitanza dalla IV Sezione Penale del Tribunale Ordinario di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura capitolina, che ha coordinato le indagini sulla cattura del soggetto. Pertanto, la Squadra Mobile ed il Nucleo Investigativo Centrale hanno congiuntamente iniziato una serrata ricerca all’uomo, effettuata con attività tecniche ad ampio raggio, che hanno puntato sull’attento monitoraggio degli spostamenti e dei contatti dei familiari e delle persone più vicine all’uomo.
 L’uomo e’ un personaggio criminale di primaria importanza nel contesto di Tor Bella Monaca: attualmente è imputato nell’ambito di un procedimento penale presso la IV Sezione Penale del Tribunale di Roma, quale promotore di un agguerrito sodalizio criminale composto da decine di sodali, gran parte dei quali e’ stata condannata, con rito abbreviato a pesantissime condanne: oggetto delle contestazioni, oltre al traffico di droga, vi era la continua disponibilita’ di armi, anche da guerra, peraltro oggetto di sequestro.
Alcuni dei membri dell’associazione sono stati altresi’ condannati nel corso di un parallelo dibattimento presso la Corte D’Appello, con l’aggravante dell’ex art. 7 (attuale 416bis 1), ossia il metodo mafioso, che ha caratterizzato numerosi atti emersi nel corso delle indagini. La pericolosita’ sociale e la continua disponibilita’ di armi da fuoco da parte di Iulianoe’ peraltro certificata da diversi dati oggettivi: oltre alle armi sequestrate in due diverse occasioni al sodalizio criminale da lui capeggiato (2 fucili AK 47, numerose pistole, un fucile a pompa e munizioni all’interno di un appartamento ‘bunker’ del sodalizio sito a Tor Bella Monaca) per ben due volte il medesimo, allorche’ era stato da poco posto in libertà, era stato tratto in arresto dalla Polizia con armi da fuoco al seguito.
Il primo episodio è del 2013, quando venne arrestato in possesso di una pistola cal. 38; Il secondo nel 2016, arrestato, proprio da personale della Squadra Mobile, poichè trovato in possesso di un’arma da sparo, una pistola semiautomatica, con relativo caricatore e munizionamento, pronta all’uso con il colpo ‘in canna’.

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