Delfino morto a Ostia: parla un biologo

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L’avanzato stato di decomposizione non ha permesso alcuna autopsia per stabilire le cause di decesso del delfino trovato morto sabato pomeriggio sulla scogliera vicino alla foce del Tevere, ad Ostia, recuperato e trasportato questa mattina al porto turistico di Roma. La carcassa e’ gia’ stata trasferita, come da prassi, per lo smaltimento in discarica. E’ quanto ha appurato il biologo del Centro Studi Cetacei, Valerio Manfrini, assieme al veterinario della Asl Rm3, alla Capitaneria di porto, presenti i ricercatori di Oceanomare Delphis onlus ed il personale del Porto turistico.
“L’esemplare, di 3 metri, di eta’ presumibile tra i 20 ed i 25 anni, maschio – racconta Manfrini – si stima sia morto da almeno dieci giorni, molto gonfio ed in avanzato stato di decomposizione. Tale quadro non ha permesso di procedere ad esami autoptici ne’ altrettanto ad un Esame Obiettivo Generale, per verificare, ad esempio, se abbia particolari segni sul corpo o se sia stato colpito da un’elica. Pertanto e’ uno di quei casi dove non e’ possibile dire nulla, ne’ avanzare alcuna ipotesi sulle cause del decesso: il corpo e’ gia’ stato trasferito per lo smaltimento in discarica”.
Il biologo sottolinea inoltre che “non ci sono assolutamente elementi per far ricondurre od associare il caso ad un episodio di morbillivirus, indiziato, da accertare, per gli spiaggiamenti di delfini nel nord Tirreno e Toscana. Non va fatto pertanto allarmismo: quello di Ostia e’ il tredicesimo caso di spiaggiamento di cetaceo sulle coste del Lazio dall’inizio dell’anno, un numero statisticamente in linea su quello ogni anno rilevato nel Lazio, che oscilla tra i 15 ed i 20”.

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