7500 codice dirottamenti, thriller e suspense in volo presentato a Locarno

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Locarno, si sa, non é la rassegna cinematografica che sforna titoli da cassetta, ma succede che alcuni di questi prodotti riescano ad inserirsi nel normale circuito di distribuzione controllato dalle grandi case , questo film  potrebbe invece  raggiungere presto gli schermi delle sale italiane e forse entrare nei circuiti televisivi.  

Parliamo di 7500 (codice di volo che indica il dirottamento o una bomba a bordo)   primo lungometraggio del regista tedesco Patrick Vollrath  presentato in anteprima mondiale il 9 agosto in Piazza Grande di Locarno.

La vicenda si svolge all’interno della cabina di pilotaggio protetta e claustrofobica, di un aereo di linea da Berlino a Parigi che alcuni terroristi islamici tentano di dirottare.

Joseph Gordon-Levitt interpreta il giovane copilota che affronta la situazione critica combattuto fra la minaccia di morte alla compagna hostess a bordo presa in ostaggio e la salvezza di decine di passeggeri.

Assediato dai terroristi in una cabina insanguinata per l’uccisione del pilota e il ferimento di un terrorista,  temporaneamente immobilizzato penetrato dell’abitacolo e lui stesso copilota ferito, si trova a gestire una situazione drammatica, mentre I terroristi tentano ripetutamente di forzare la porta della cabina minacciando,  eseguendo poi la condanna a morte della hostess e di un passeggero.

La situazione presenta vari colpi di scena in una suspense quasi ossessiva che si svolge nei pochi metri della cabina di pilotaggio, sino a quando il terrorista immobilizzato si libera e si impossessa dei comandi di controllo, deciso a far precipitare l’areo su Hannover , nel cui aeroporto le autorità avevano deciso di farlo atterrare.

Ovviamente c’è anche il terrorista buono, che penetrato nella cabina, di fronte al rischio di un massacro indicibile, uccide il compagno cattivo, pronto a schiantarsi al grido di allàh akbar contro i misfatti dell’Occidente.

Qui la faccenda diventa un po lagrimevole con Il diciottenne terrorista viene raggiunto dalla madre al cellulare piange, rendendosi conto del misfatto compiuto e non vuole morire, come rivela il dialogo con il copilota più o meno astutamente convincente.

Scontato il finale perché i tiratori scelti dell’antiterrorismo tedesca lo seccano senza pietà, dopo averlo individuato nell’abitacolo.

Della sorte dei passeggeri, che forse hanno sopraffatto il terrorista rimasto fuori dalla cabina, nulla si sa giusto per lasciare un dubbio allo spettatore già sconvolto dalla mattanza.

Contenuti pochi, valori meno ancora a parte il coraggio del giovane copilota obbligato a preservare la sorte dei passeggeri. Ma la grande capacità del regista è quella di realizzare il thriller nei pochi metri di una cabina di pilotaggio,riproducendo la situazione di un aereo in volo . Il che non é assolutamente poco, ma è pur sempre tecnica che per quanto emozionante ci richiama tanti prodotti d’oltre oceano cui anche i telespettatori sono ormai assuefatti.

Altra cosa è a nostro avviso quel cinema di qualità e contenuti innovativi che è poi nel DNA del festival di Locarno, che può  anche raggiungere il grande e non solo i cinefili incalliti.   

Giuliano Longo 

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