Un week end di buon cinema: Da Cannes A Roma 12-16 giugno 2019

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Spesso si sente dire che il buon cinema è morto ma basta essere pazienti e, per dirla con Jim Jermush, i morti non muoiono, e la rassegna dei film di Cannes ce lo dimostra.

Noi abbiamo seguito per solo due giorni la rassegna con un anticipo per il film di Bellocchio che non potevamo perdere dopo i 15 minuti di applausi a Cannes e possiamo confermare che il cinema vive.Faremo, data l’esiguità dello spazio, un breve commento invitando chi ama il cinema ad aspettare l’arrivo dei film, alcuni già sullo schermo, perché dato l’anticipo visto il resto non può che essere ottimo: complimenti al curatore

Abbiamo iniziato con ‘Il Traditore’ (Italia) di Marco Bellocchio con Pierfrancesco Favinio che conferma le sue doti di splendido interprete. Il film è bello, con un equilibrio narrativo ottimo e delle scelte di regia strepitose, come la morte del giudice Falcone. Un momento che , noi che l’abbiamo vissuto, aspettavamo ma che ci ha fatto fare un salto e ci ha dato un ennesimo colpo al cuore per una stagione che non abbiamo mai dimenticato.

Almodovar, con Dolor y Gloria (Spagna), MIGLIOR ATTORE: Antonio Banderas, ha narrato un pezzo della sua vita mettendo a nudo i suoi dolori ed il suo rapporto con la scrittura. Banderas ha avuto il premio e se lo merita tutto dimostrando come un grande attore con l’età riesce a dare il meglio di se. Il film è venato di malinconia ma i colori dell’anima spagnola, rappresentati nella casa di Pedro/Alfonso danno un senso solare che neanche la cocaina riesce a spegnere.

 

IT MUST BE HEAVEN-Deve essere il Paradiso  (Israele), MENZIONE SPECIALE Cannes 2019,  di Elia Suleiman prende la nostra personale palma tra i film visti, nulla togliendo agli altri.

Il regista e protagonista da Nazareth va a Parigi e New York per cercare i finanziamenti per un film, fin qui niente di originale, ma se consideriamo di avere davanti un misto tra Buster Keaton e mr Hulot potete immaginare i risultati. Tutte le malattie della vita contemporanea sono prese di mira con uno sguardo disincantato e ne risultano delle gag straordinarie che non riveliamo per non togliere la sorpresa. Vi invitiamo invece ad andarlo a vedere perché la filosofia di fondo è anche se cambi paese gli atteggiamenti di fondo sono uguali.

Segue ALICE ET LE MAIRE- Alice e il sindaco  (Francia), LABEL EUROPA CINEMAS (assegnato da una giuria di esercenti al miglior film europeo della sezione parallela), di Nicolas Pariser con Fabrice Luchini, uno dei nostri attori preferiti, una riflessione sul rapporto tra la politica e la vita, la volontà ed il compromesso. Ottimamente scritto e sceneggiato pone alcuni temi sempre attuali.

THE WILD GOOSE LAKE – Il lago delle oche selvatiche  di Diao Yinancon Ge Hu, Lun-Mei Kwei, Fan Liao (Cina, Francia), PREMIO MIGLIOR REGIA, ci porta in un contesto di gangster e taglieggiatori. E’ una umanità vera, con poche speranze,  con una rappresentazione di una parte della  Cina non didascalica e scontata. Crudo e ricco di idee è molto bello soprattutto nella rappresentazione della prostituta che aiuta il gangster per soldi e delle band di ladri di motocicletta.

LES MISÉRABLES di Ladj Ly con Damien Bonnard, Alexis Manenti, Jeanne Balibar (Francia), PREMIO DELLA GIURIA (EX-AEQUO) racconta la storia di un nuovo poliziotto a Montfermeil, dintorni di Parigi, un luogo che era quello dei Miserabili di Victor Hugo. La storia si intreccia nella strade del quartiere tra teppistelli, finti ‘sindaci religiosi’, gitani arrabbiati per il rapimento di un leoncino e la ‘guerra’ che scoppia per un proiettile sparato senza grosse conseguenze ma mal digerito da un’umanità che si sente padrona del territorio. Sembra Scampia o altre periferie italiane fuori dal controlla, ma la mano del regista è ferma e senza giudizi. E’ il racconto di ‘una giornata di ordinaria follia’.

La nostra piccola maratona finisce in gloria con un Jim Jarmush e la sua zombi comedy.

Il film di apertura, THE DEAD DON’T DIE- I MORTI NON MUOIONO di Jim Jarmusch con Bill Murray, Adam Driver, Tilda Swinton (USA ),  affronta con ironia la crisi ecologica e dà una speranza solo ai giovani ed a un barbone che vive in simbiosi con la natura. E’ un film di zombi che vanno alla caccia del cellulare e della tv mentre mangiano gli uomini che a loro volta diventano zombie.

Purtroppo abbiamo perso il film vincitore ed altri della rassegna, ma ci rifaremo al cinema… aspettando Venezia 2019.

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