Il tormentone per il voto a Monaco di una nostra connazionale

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Caro direttore 

le segnalo le difficoltà che i residenti italiani a Monaco di Baviera hanno avuto ad  esercitare il proprio diritto al voto per le elezioni europee. Precisiamo intanto che per noi  le elezioni si sono svolte venerdì  dalle 17 alle 22 e sabato dalle 8 alle18.

Personalmente sono recata venerdì all’indirizzo che il consolato ci aveva indicato nella lettera. 

Si trattava del centro culturale italiano, a due passi da Theresienwiese, la Piazza dove si svolge la celebre´Oktoberfest. Mentre parcheggiavo la bici, mi sentivo orgogliosa come italiana, di avere una nostra struttura in una zona centrale e “famosa” della città. Ma la gioia di lì a poche ore si sarebbe trasformata in delusione e rabbia. 

Alle 15:45, entrando, trovo stanze vuote e gente che si saluta, ma nessun manifesto delle liste o altro tipo di indicazioni; quindi non potendo ancora votare decido di ritornare più tardi. 

Ma alle 17:15  trovo la fila sterminata che si estende ben oltre l’ingresso  e il mio istinto  – di sopravvivenza –  mi spinge a superare la fila (all’italiana) giusto per comprendere l’esatta ubicazione del seggio. 

Cerco di capire chi del personale presente mi può dare delle indicazioni senza contare che nessuno degli addetti era munito di badge ufficiale di riconoscimento che dovrebbe venir rilasciato dal nostro consolato.

Mi viene indicato un signore piuttosto elegante che  mi consiglia di andare al secondo piano dove “forse” potrei votare. 

Arrivata a destinazione  scopro di essere in una unica fila per quattro sezioni di voto, due per due stanze in tutto.  

Mi innervosisco perché sono l’ultima  sulle scale e non so in quale stanza debbo votare. E’ a questo punto che invito un addetto (credo del consolato)   ad uscire fuori e scrivere (se non è troppo impegno)  dove si deve votare suddividendo (magari) la fila per ciascuna delle due stanze. 

Vista la certa durata dell’attesa deciso di recarmi al voto il giorno successivo il sabato, ma con una certa amarezza.   

Intanto per la brutta figura del nostro Paese in una Germania che ci vuol dare lezioni di efficienza e organizzazione  e debbo convenire con un connazionale che in italiano non perfetto (ma ormai è vizio anche dei nostri politici) afferma  “Ancora non ci siamo imparati a capire come devono funzionare le cose”.

Visione ben diversa quella di due pensionati  che fuori dal centro culturale commentano il disastro organizzativo con una terza persona dicendo che “in fondo era divertente rivivere a Monaco il “fare all’Italiana”. 

Ennò, proprio mentre sto scrivendo Salvini da Vespa afferma “noi siamo l’Italia di Dante, della storia e bla bla bla”, insomma rivendica le nostre radici. 

Allora chi di dovere (e parlo di pubblici funzionari italiani) impari a fare bene anche  le piccole cose come faccio io e tanti compatrioti che lavorano qui a Monaco. 

Noi rispettiamo le usanze di questo Paese che gli accoglie, ma siamo rigorosi nel rispetto delle regole di efficienza proprio per sconfiggere  lo stereotipo di molti tedeschi per cui noi italiani veniamo definiti disordinati e poco puntuali. p

E allora alle prossime elezioni il nostro consolato impari a organizzare meglio le cose offrendo una immagine del nostro Paese per quello che è: serio e laborioso.

Lettera Firmata

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