Salvini spopola nei luoghi chiave della “sua” campagna elettorale, periferie del degrado e quartieri anti rom

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La Lega aumenta. Raddoppia, triplica. E che più ne ha più ne metta. Salvini è leader incontrastato e ora tutti dovranno fare i conti con lui. Ma Ma dov’è che ha trovato il “suo” successo? Da Torre Maura a Riace, passando per Mirandola e Lampedusa.

Queste località sono tutte legate da unfilo comune: è in questi posti il trionfo di Matteo Salvini. La Lega infatti ha spopolato nei luoghi simbolo della campagna elettorale, nelle periferie del degrado e nei quartieri che non ne vogliono sapere di rom e migranti.

È qui che nell’ultimo anno il “Capitano” ha seminato i suoi temi e costruito la sua propaganda. Ed è da qui che arrivano risultati sorprendenti.

A Roma la Lega arriva al 25,9%, seconda solo al Pd che raggiunge un 30% nemmeno sperato, ma nettamente davanti al Movimento 5 Stelle, in caduta libera al 17,7%.

Salvini nei quartieri che negli ultimi mesi sono stati al centro di casi di cronaca. Se nel quarto municipio, «su legge dal sito www.huffingtonpost.it «che comprende anche la Casal Bruciato che non vuole le famiglie rom nelle case popolari, la Lega si “ferma” al 26,8, nel quinto municipio vola al 29,5. Nella zona che comprende Tor Sapienza, Casilino, Tor Tre Teste, il Pd si deve accontentare del 25,8, mentre M5s, che con la sindaca Raggi aveva sfondato, si attesta sul 20%. Nel sesto municipio, quello di Torre Maura, l’insofferenza verso i rom (ricordate il pane calpestato?) si è tramutata in consenso elettorale: la Lega qui è al 36,8%, un exploit che non riesce a raggiungere in nessun’altra zona di Roma. Nella Riace del “modello Lucano”, Salvini è il più votato. Nel segreto delle urne, la Lega è il primo partito con il 30,7 dei consensi. A poco meno di una settimana dal voto, l’incendio della sede della polizia locale di Mirandola, nel modenese, era entrato prepotentemente nella campagna elettorale. Anche se il ministro dell’Interno si era limitato a dedicare un solo post al piromane assassino (un giovane nordafricano) ed era emerso che c’era un ordine di espulsione a cui il Viminale non aveva dato seguito, il frame immigrazione si era impossessato del dibattito. Qui la Lega vola al 41%, surclassando il Movimento 5 Stelle (sotto al 10), e lasciando il Pd al 30%, a debita distanza. Nell’Umbria travolta dalle dimissioni della governatrice dem Catiuscia Marini, il Carroccio trionfa con il 38%, distanziando il Partito Democratico di quasi 15 punti e l’M5s di ben 25. A Melendugno, il comune del Tap della discordia, i cittadini “traditi” tolgono la fiducia ai 5 Stelle e la riversano, a sorpresa, su Salvini, che anche qui raccoglie il 26%».

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