Santa Marinella, D’Emilio: «Nel nostro Pec è stata dimenticata la direttiva Seveso»

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di ALBERTO SAVA

Nei giorni scorsi il Consiglio comunale di Santa Marinella ha approvato all’unanimità il Piano di emergenza Comunale. Maggioranza e opposizione si sono unite per un autorevole disco all’atto che ha dotato la “Perla” di uno strumento strategico in caso di un evento calamitoso.

A frenare l’entusiasmo la voce fuori dal coro di Pierluigi D’Emilio, dirigente del Pd cittadino. D’Emilio, attraverso la rete, ha reso note le sue critiche agli estensori del Pec per non aver preso in considerazione la direttiva Seveso.

«Finalmente – scrive D’Emilio – dopo tanta attesa l’Esecutivo  Bacheca ha approvato il Piano di Emergenza Comunale. Ma cos’è il Pec? Il Piano di emergenza comunale individua e presenta, a livello locale, l’insieme delle azioni di protezione civile necessarie per far fronte al verificarsi di un evento emergenziale».

«Il piano offre – prosegue -, prima di tutto, una classificazione dei rischi ai quali il territorio è esposto, analizzandone vulnerabilità ed esposizione rispetto ad ogni possibile minaccia. Nel nostro Pec non si è considerata la direttiva Seveso, è una normativa messa in piedi dall’unione Europea a seguito del disastro ambientale di Seveso, avvenuto il 10 luglio del 1976 nell’azienda Icmesa di Meda, che causò la fuoriuscita e la dispersione di una nube di diossina, una sostanza chimica fra le più tossiche».

«Il disastro – conclude D’Emilio – ebbe notevole risonanza a livello europeo e portò alla creazione della direttiva 82/501 in quanto quell’incidente è stato definito una delle dodici peggiori catastrofi ambientali».

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