Basket, Virtus Roma: ansia per la sorte del club

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Sono giorni di ansia per le sorti della Virtus Roma. Ad oggi infatti la società del presidente Claudio Toti risulta non iscritta al campionato di Serie A2, a causa del ritardo del pagamento del contributo di 29mila euro da versare entro il 7 luglio, contributo che la società ha versato il giorno 8. Un ritardo che la società romana attribuisce a una errata comunicazione della Fip, che con la delibera del 29 aprile 2016 indicava nel 9 luglio 2015, il termine ultimo per i pagamenti.
Proprio questo palese errore ha portato il presidente Claudio Toti e il legale della Virtus Gianfranco Tobia a impugnare la decisione davanti alla corte federale della Federbasket, che ha rigettato ogni ricorso presentato dalla Virtus, che a questo punto ricorrerà all’arbitrato del Coni.

A spiegare le future mosse sono stati il presidente della Virtus Roma Claudio Toti insieme all’avvocato Gianfranco Tobia, legale della società romana. «Se qualcuno ha deciso la morte della Virtus – commenta il presidente Claudio Toti – dimentica che abbiamo ancora due gradi di giudizio, dove possiamo far valere le nostre ragioni, che sono molte. Il consiglio federale non vuole riconoscere un proprio errore, e con questo è disposto anche a far sparire una delle realtà più importanti del basket italiano, pensando magari forse che a Roma può bastare una sola squadra che non si chiama Virtus».

«Il nostro presunto ritardo di 15 ore nel pagamento del bollettino Mav – continua Toti – non è in realtà un ritardo, perchè rispetta esattamente la data esposta nella delibera del 29 aprile 2016, e la duplice modifica postuma di tale documento dalla Federazione ne è la prova provata. La decisione del tribunale federale è piena di lacune e la corte federale ha rigettato il nostro reclamo. Noi crediamo nella giustizia sportiva e riteniamo di avere molte ragioni da far valere e, in caso, ricorreremo alla giustizia amministrativa. Le nostre motivazioni sono serie e abbiamo la fiducia che vengano riconosciute in altri tribunali».

Il problema principale però è la tempistica. Per ricorrere al Coni, la Virtus deve attendere le motivazioni in base alla quale il consiglio federale della Fip ha bocciato, ieri 28 luglio, il secondo ricorso fatto dalla società romana, e la Fip ha preso un tempo massimo di dieci giorni per pubblicare queste motivazioni. Allungare l’iter di 10 giorni significherebbe arrivare nelle vicinanze di ferragosto, e questo porterebbe un grave disagio alla società, sopratutto per quanto riguarda il mercato in caso di ripescaggio in serie A2.

«Una delibera di consiglio federale – continua l’avvocato Gianfranco Tobia – va modificata con un nuovo consiglio federale, cosa che non c’è mai stata. Capite bene come questo modo di procedere da parte della Federazione sia molto particolare. Cerchiamo però di mettere in luce il fatto che la corte di appello federale può impiegare tempi brevi per depositare le motivazioni, senza arrivare ai 10 giorni scritti nella sentenza. Arrivare a 10 giorni significa prolungare i tempi alla settimana di ferragosto e mandare il collegio di garanzia a fine agosto, cosa che creerebbe un grosso danno alla società costretta a bloccare i propri tesserati sino a settembre. Almeno in questo la Federazione deve ascoltarci».

Paolo Pizzi

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