Fiumi di coca nella capitale, tra gli arrestati anche nomi illustri

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Ci sono diverse persone originarie di Roma e provincia e volti illustri del mondo del calcio tra le persone arrestate nell’ambito di una vasta operazione antidroga che avrebbe avuto la base nella Capitale e che, in oltre 2 anni, ha importato dal Sud America 1.062 chili di cocaina destinata alla piazza romana.

Tra questi figurerebbe “anche l’ex presidente della Lupa Castelli Romani Alessandro Virzì”, che “secondo indiscrezioni da alcuni giorni avrebbe lasciato la carica del club”. Per ora si tratta solo di accuse che dovranno essere confermate in un eventuale processo.

ATTIVITÀ – Le attività investigative hanno interessato alcuni calabresi, orbitanti nella Capitale, con contatti diretti e basi logistiche in vari paesi del Sud America, da dove veniva fatto partire lo stupefacente diretto in Italia, mediante stivamento in container caricati su vettori navali ed aerei. Nel porto di Gioia Tauro, nonché nelle città di Milano e Roma, sono stati operati sequestri per quasi 500 chili; in Germania, Belgio e Olanda, è stata, invece, sequestrata cocaina per 562 chili. L’organizzazione si avvaleva anche di armi che erano abilmente occultate sotto la villa di uno degli arrestati.

L’INDAGINE – L’indagine ha analizzato il “filone finanziario” dell’organizzazione che, oltre a curare gli aspetti propri del narcotraffico, disponeva di una struttura di insospettabili “colletti bianchi”, promotori finanziari, incaricati del riciclaggio del denaro attraverso canali bancari svizzeri atti a dirottare la liquidità per l’acquisto della cocaina in Sud America. Gli accertamenti hanno consentito di appurare che le operazioni di riciclaggio conseguenti alla vendita dello stupefacenti venivano effettuate attraverso una società di intermediazione finanziaria, con sede in Inghilterra e con filiale in Toscana.

Le somme, tutte in euro, venivano fisicamente trasportate in territorio elvetico attraverso diversi “canali”, uno dei quali era rappresentato da personale diplomatico. Giunto in Svizzera, il denaro subiva una prima “ripulitura” da parte di una società di Lugano che ne provvedeva alla conversione in dollari usa. Il denaro “lavato” veniva quindi bonificato sul conto di un istituto di credito, sempre di Lugano e da qui partiva verso il Brasile. Qui, grazie ad alcuni prestanome e con la compiacenza del direttore dello stesso istituto, il contante veniva consegnato al capo del sodalizio criminale, fisicamente presente in Brasile, che, a sua volta, lo veicolava ai “fornitori” della partita di cocaina trattata. Sul sito il Corriere della Calabria la lista dei nomi degli arrestati.

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