Tangenti e corruzione a Roma, in manette tecnici e funzionari

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Era soprannominato ”lo squalo” per la continua e insistente richiesta di mazzette, uno dei pubblici ufficiali arrestati nell’ambito della seconda fase dell’operazione Vitruvio concentrata nei quartieri di Casalotti e Boccea.

L’OPERAZIONE – L’operazione è stata  disposta dalla Procura della Repubblica di Roma ed eseguita dai finanzieri del Comando unità speciali della Guardia di Finanza che hanno scoperto e smantellato dopo 18 mesi di indagini, un altro giro di corruzione nella amministrazione capitolina radicato sino al dipartimento Urbanistica. Risultato, 5 funzionari pubblici in manette e 6 imprenditori assoggettati agli obblighi di presentazione dinanzi alla polizia giudiziaria.  In carcere è finito Giovanni Grillo, tecnico del XIV Municipio, mentre ai domiciliari sono finiti Daniele Cacchioni e Massimo Mazzucco, tecnici del dipartimento Urbanistica di Roma Capitale, Rita Del Brocco e Franco Di Carlo, ispettori della Asl RmE. Obbligo di firma invece per gli imprenditori Federico Savo Sardaro, Antonio Serratore, Silvio Santamaria, Fabrizio Fontana, Alfonso Bruno Fattibene e Paolo Bacolini.

I TECNICI – I tecnici arrestati per corruzione si occupavano di istruire le pratiche per i permessi di costruzione, l’approvazione delle varianti in corso d’opera e le concessioni edilizie in sanatoria. Dagli accertamenti è emerso che alcuni costruttori per ottenere celermente l’approvazione dei progetti edilizi erano  costretti ad erogare mazzette. Corruzione che avveniva già quando i progetti venivano presentati al IX dipartimento (Urbanistica) e poi nelle varie fasi successive. Le mazzette giravano anche sui controlli effettuati dagli ispettori Asl in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro, con il pagamento di tangenti per evitare controlli.

I DETTAGLI – I dettagli delle indagini sono stati illustrati in conferenza stampa dal colonnello Alessandro Popoli, dal generale Gennaro Vecchione comandante delle Unità speciali della Finanza e il tenente colonnello Dario Fasciani, del settore Appalti. L’inchiesta non ha nulla a che fare  Mafia Capitale, come hanno spiegato gli ufficiali, ed è stata portata a termine anche grazie alla collaborazione di almeno due imprenditori esasperati dalle continue richieste di denaro anche quando si trattava di atti del tutto legittimi. Le Fiamme gialle hanno scoperto anche una sorta di ”tariffario”, che andava dai 3mila euro per un’autorizzazione di costruzione e di una sanatoria, agli 8mila per un’autorizzazione con varianti, fino ai 10mila chiesti per un fine lavori. Nel caso0 della  costruzione di villette a schiera venivano richiesti 2mila euro l’una, mentre il prezzo per evitare o ammorbidire le attività ispettive della Asl era di mille euro.

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