Mafia capitale, l’ombra della speculazione anche sull’emergenza casa

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C’è un’altra verità ignorata dai media che pesa sulla sorte dei 1300 lavoratori della Eriches 29 e della Coop 29 giugno, dopo il presunto sodalizio  “mafioso” Buzzi/Carminati e riguarda tutti quei soci lavoratori, operai, impiegati e quadri che vedono accostato il nome delle cooperative a pratiche mafiose e correttive, che i lavoratori con un sofferto comunicato di oggi respingono. Questo il risvolto umano di una vicenda che ha radici lontane e non riguarda solo le coop rosse, ma altri probabili beneficiari. Già alla fine del 2010 Cinque avviò una campagna di articoli non solo sui Punti Verdi Qualità, ma anche sull’emergenza abitativa fonte di commesse che garantiscono una liquidità quasi immediata.

BANDO AFFITTO IMMOBILI – Era il febbraio del 2011 e segnalammo che il bando per l’affitto di immobili destinati a centri di prima accoglienza di sfrattati, famiglie in difficoltà, disabili senza possibilità economiche ecc. veniva affidato (con insolita rapidità) alla Eriches il 29 ottobre ottobre 2010, appena due settimane dopo la pubblicazione del bando. Un bando per la fornitura di servizi ai residence. In quel periodo la stampa ‘scoprì’ che l’emergenza abitativa costava al Comune 37 milioni anno. Tanto che Alemanno per risparmiare aveva avuto l’idea di acquistarsi tre immobili in via Marco Rutilio per 50 milioni che si sarebbero ammortizzati negli anni. Solo che quei 178 appartamenti, già affittati al Campidoglio e di proprietà del produttore cinematografico Massimo Ferrero detto ‘Viperetta’, venne bloccato perché si scoprì che nel 2005 per i tre immobili il Comune pagava rispettivamente 425.000, 142.000 e 299.000 euro annui.

CANONI PER IL 6 PER CENTO – Canoni corrispondenti, euro più euro meno, alla rendita del 6% degli immobili stessi a suo tempo acquistati dalla Farvem di ‘Viperetta’ per 15 milioni. Ovviamente in queste strane transazioni le cooperative non c’entravano niente anche se l’affare di per se era ghiotto, tanto che nel 2012 Buzzi si diede da fare per acquistare degli immobili ad uso residence a Pomezia, dove l’allora sindaco De Fusco bloccò l’operazione per non vedersi scaricati dalle parti sue gli sfrattati di Roma. Ai tempi “dell’affaire” ‘Viperetta’ assessore alle politiche abitative era Antoniozzi affiancato dal direttore Raffaele Marra ex ufficiale della guardia di finanza, già con Alemanno al ministero all’agricoltura come Franco Panzironi. Dopo un anno, nel febbraio 2012 Antoniozzi ritorna in parlamento e alle politiche abitative gli succede la dirigente capitolina Lucia Funari, mentre nel frattempo il Marra, dopo una breve parentesi in Rai approda alla Regione pur non possedendo i titoli da dirigente per ritornare al Comune l’anno scorso dopo la vittoria di Zingaretti.

ASSESSORI ALLA CASA – Lucia Funari si avvale della collaborazione del successore di Marra quel Maurizio Bianchini cui Buzzi attribuisce grandi poteri, come risulta da una intercettazione. La Funari decide di avviare l’aggiornamento del censimento delle famiglie attualmente in assistenza temporanea presso le 13 strutture. E invitava la direzione del Dipartimento a rinegoziare i contratti di locazione di questi immobili prevedendo i costi per i consumi di luce, acqua e gas a carico delle famiglie assistite, ma senza toccare i servizi alle coop, in molti casi già incorporati nei canoni di affitto dei proprietari. La questione era urgente poiché dei 13 immobili adibiti a Centri, 11 avevano contratti stipulati nel 2007 e quindi in scadenza nel 2012. Sia detto per inciso che nel giugno del 2011 Cinque scoprì l’esistenza dell’elegante complesso di via Fioranello 18 in località Borgo del Poggio frequentato da lussuose vetture, forse dei parenti degli ‘sventurati e forzati’ residenti. Complesso di 96 appartamenti dei quali solo 79 accatastati. Per non parlare dell’immobile di via Valeri Giacomini 33 a un passo dal Santuario del Divino Amore, dove ancora nel 2011 vi risiedevano 37 famiglie in emergenza abitativa.

CASTELLINO A TRATTARE – A «trattare» fu direttamente Giuliano Castellino, il destrissimo leader der “Popolo de Roma” claque fissa di Alemanno, che da sfrattato vi risiedeva, mentre nel garage vi faceva bella mostra il camper con l’insegna dell’organizzazione di Castellino e sulla cassetta della posta il recapito dell’Associazione Casa Italia. Le due vicende, anche con la Funari, passarono in cavalleria e arriviamo alla campagna elettorale dello scorso anno. Per l’occasione Marino promette la chiusura di quei ‘ghetti’ a fronte di 700 euro a famiglia per fittarsi un appartamento decente. La promessa viene confermata dall’assessore Ozzimo che ieri si è dimesso, ma che solo pochi giorni fa ci aveva assicurato che l’operazione si sarebbe conclusa non appena fossero arrivati i fondi dalla Regione. Il direttore Ciminelli succede a Bianchini e i contratti di affitto dei residence, molti dei quali ormai scaduti, vengono tacitamente prorogati ‘pro tempore’. Dove quel ‘pro tempore’ dopo le dimissioni di Ozzimo e la bufera scatenata sul Campidoglio, potrebbe divenire un ‘sine die’. Prova evidente che le migliori promesse, anche quelle del sindaco ‘galantuomo’, possono infrangersi sugli scogli di una vischiosa (a dir poco) macchina amministrativa.

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