Comune di Roma, una volante per 150mila abitanti: la sicurezza è una priorità?

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Tre omicidi in 24 ore, due fra l’Anagnina e Tor bella Monaca, il terzo, presunto, a Fiumicino evocano una situazione critica per le periferie dove sostanzialmente gli omicidi sono avvenuti. L’uno scollegato dall’altro, sia ben chiaro, ma che la violenza e l’illegalità urbana, anzi metropolitana, siano aumentate è del tutto evidente. Inutili le analisi socio/antropologiche e le polemiche politiche su responsabilità inesistenti, ma è altrettanto evidente che l’immigrazione, le sacche perenni di piccola criminalità e l’illegalità diffusa, con la crisi economica e sociale di questi tempi tendono a dilatarsi ponendo un problema di sicurezza che, con il lavoro e la casa, rappresentano i parametri vitali dei cittadini.

POCHE VOLANTI – Sorprende allora scoprire, da un’intervista del presidente del Sindacato Autonomo di Polizia, che fra polizia di stato e carabinieri le volanti disponibili sul territorio non sono più di 40 nei vari turni, con quartieri/città di 150.000 residenti controllati da una solo vettura. Dato sorprendente soprattutto per la Capitale dove mille agenti e militari di polizia, finanza e carabinieri sono impiegati in scorte su obiettivi più o meno sensibili. Ovviamente il sindacato lamenta gli effetti della spending review, noi invece ci chiediamo se la sicurezza debba essere invece una priorità assoluta per cambiare davvero ‘verso’ e ribadire la presenza dello Stato che molti cittadini vedono solo come esattore fiscale. Se la prevenzione è soprattutto controllo del territorio, anche i vigili hanno un compito importante, sorprende ancora apprendere che delle 238 moto in dotazione al corpo di polizia locale, soltanto 95 risultano funzionanti, mentre numerosi furgoni risulterebbero sprovvisti della grata che separa i conducenti rispetto a chi venga eventualmente fermato. Se le cose in uomini e mezzi stanno così evitateci, per favore, i consueti proclami da law&order e passate ai fatti senza tanto clamore.

SICUREZZA PRIORITARIA O NO? – Come  alla  stazione Termini dove ormai gli arresti e i fermi si contano a decine dopo la decisione di potenziare le risorse in campo ed aumentare i controlli. La coperta è stretta, lo sappiamo, ma tocca decidere se l’ordine pubblico (per lo Stato come per il Comune) sia una priorità come il salvataggio dei migranti o le isole pedonali del Tridente o dei Fori. Investire in sicurezza non eviterà certo i quotidiani omicidi, ma conferirà ai cittadini la certezza che lo Stato c’è anche in queste nostre periferie dove le sacche di illegalità aumentano fra occupazioni abusive, accattonaggio di massa itinerante, spaccio intensivo di ogni ben di Dio, commerci illegali e abusivi, baraccopoli proliferanti, sfruttamento della prostituzione in aree off limits, furti d’auto di cui Roma detiene il primato, frequenti regolamenti di conti della criminalità organizzata ecc. ecc. Che saranno anche situazioni tipiche delle grandi metropoli ma che ci fanno additare da certa stampa estera fra le capitali più pericolose d’Europa.

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